
"Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee" [...] [François-Marie Arouet, più noto con lo pseudonimo di Voltaire]
sabato, settembre 04, 2010
Il vagabondo "Charlot" - Charlie Chaplin

domenica, agosto 29, 2010
La parole del Signore alle pagg 256-258 de 'L'Imitazione di Cristo'
Figlio mio, non lasciarti abbattere dal peso dei compiti che ti sei assunto per amor mio né, per alcun motivo, t’abbattano mai le tribolazioni; ma in ogni circostanza ti fortifichi e ti consoli la mia promessa. Io basto a ricompensarti oltre ogni limite e misura. Quaggiù non durerà a lungo il tuo travaglio né sarai per sempre oppresso dai dolori. Aspetta un po’ e vedrai finire d’un tratto i tuoi mali. Verrà l’ora in cui ogni travaglio ed ogni agitazione cesseranno. E’ poco e di breve durata tutto ciò che passa con il tempo. Compi i doveri del tuo stato, lavora fedelmente nella mia vigna; Io sarò la tua ricompensa. Scrivi, leggi, canta, sospira, taci, prega, sopporta virilmente le avversità: di tutte codeste e d’altre maggiori battaglie è ben degna la vita eterna. Verrà la pace in un determinato giorno, che è noto al Signore; e non ci sarà notte né giorno come di codesto vostro tempo, ma luce perpetua, chiarità infinita, pace stabile, riposo sicuro. Non dirai, allora: “Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7, 24). Né griderai:”Ahimè, èil mio esilio s’è prolungato!” (Sal 119, 5). Chè, la morte sarà cacciata nell’abisso e la salvezza sarà per sempre; più nessuna angustia, ma gioia beata e compagnia soave e gloriosa dei beati. Oh, se tu vedessi le eterne corone dei santi in cielo. E di quanta gloria esultano ora essi, che un tempo erano ritenuti in codesto mondo spregevoli e quasi immeritevoli perfino di vivere! Senza dubbio, ti prosterneresti subito fino a terra e desidereresti essere sottomesso a tutti, piuttosto che comandare anche un uomo solo. Né desidereresti trascorrere giorni lieti in codesta vita, ma godresti di soffrire per amor di Dio e stimeresti come il più grande guadagno essere considerato un nulla tra gli uomini. Oh, se tu gustassi queste verità e se esse ti penetrassero in fondo al cuore, come oseresti lamentarti anche una sola volta? Per la via eterna non si devono forse sopportare tutte le tribolazioni? Non è cosa di poca importanza perdere o guadagnare il Regno di Dio. Solleva, dunque, il tuo volto al cielo. Eccomi, insieme con tutti i miei santi, i quali hanno sostenuto la loro grande battaglia in codesto mondo: ora sono nella gioia, ora ricevono consolazione, ora sono sicuri, ora riposano; e rimarranno con me nel Regno del Padre mio, per sempre.
Questo passo che ho trascritto non vuole essere una recensione di questo libro, ma ho voluto semplicemente evidenziare qualcosa che mi ha interessato molto. In questo caso i santi di cui parla Gesu’ sono tutti coloro che, pur non ammirati o ancor meno canonizzati dal Papa, hanno amato Dio e il prossimo, perciò ora sono nella gloria di Dio. Alle 3 del pomeriggio del 22 Agosto sulla nave per Messina, mi sono addentrato in questo libro in maniera dolcissima, è una compagnia tutte le volte che uno ne ha bisogno...
domenica, agosto 22, 2010
Johnny Cash, I walk the line
(Oggi mi sono ferito da solo,)
to see if i still feel,
(Per vedere se ero ancora in grado di sentire,)
I focus on the pain,
(Mi sono concentrato sul dolore,)
the only thing that’s real,
(la sola cosa reale,)
(Cosa sono diventato?)
my sweetest friend,
(mio dolce amico)
everyone i know,
(Tutti quelli che conosco)
goes away in the end,
(sono andati via alla fine)
and you could have it all,
(e potresti avere tutto)
my empire of dirt,
(il mio impero di fango)
I will let you down,
(Ti abbandonerò)
I will make you hurt,
(Ti farò star male)
Con I Walk the Line, John Cash ottenne il vero e proprio successo, il brano divenne uno dei più ricordati della carriera del cantante.
I keep a close watch on this heart of mine
I keep my eyes wide open all the time
I keep the ends out for the tie that binds
Because you're mine, I walk the line (io rigo dritto)
domenica, agosto 01, 2010
Volevo spendere solo due parole per chi mette i piedi in due scarpe...
lunedì, maggio 10, 2010
Articolo di Braudel su Napoli apparso nel 1983 sul Corriere sella Sera
Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell'Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. Roma, che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era - e di gran lunga - , malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70, all'altezza del compito. Avrebbe saputo adattarsi a queste nuove funzioni? (...)
Non attendiamoci da essa né compiacimenti, né concessioni. Questo capitale oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell'esaurimento - poichè non si può dare indefinitamente senza ricevere - quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l'Europa, ma anche e soprattutto per l'Italia. Questa fortuna, Napoli merita, più che mai, che le sia data. (...)"
sabato, maggio 08, 2010
Quando l'America ci liberava dal Fascismo e patteggiava con la Mafia siciliana...
Il governo americano si mise quindi in contatto con la Mafia, la quale diede una mano per organizzare lo sbarco alleato in Sicilia, soprattutto in virtù del fatto che Benito Mussolini aveva a lungo perseguitato i mafiosi. Luciano aiutò il governo statunitense nell’Operazione "Avalanche", in cambio di forti aiuti alla Mafia affinché questa "riconquistasse" l’isola. L’operazione andò a buon fine: gli esponenti della mafia siciliani divennero ben presto i nuovi padroni dell’isola. Ben presto gli Alleati scoprirono che lo sbarco del 10 luglio del 1943 aveva riportato nell´isola non soltanto la libertà ma anche i suoi vecchi padroni: i boss di Cosa Nostra.
Un capitano della Military Intelligence in un suo rapporto descrisse il clima che si respirava nell´isola negli ultimi mesi del 1943: «Agli occhi dei siciliani, non solo il Governo Militare Alleato non è in grado di affrontare la mafia, ma è arrivato addirittura al punto da essere manipolato.
sabato, aprile 17, 2010
Perche' attaccano il Papa?
venerdì, aprile 02, 2010
Grazie!
venerdì, marzo 26, 2010
Il perdono di Anseln Grun
Anselm Grun è un monaco benedettino entrato nel monastero di Munsterchwarzach (Germania) a soli 19 anni. Dopo aver compiuto studi filosofici, teologici e di economia aziendale ha tenuto numerosi corsi e conferenze e da alcuni anni e' uno tra i più letti autori cristiani. Il suo ultimo libro e' intitolato "Il libro delle risposte" (quello che praticamente sto leggendo in queste serate) nella quale si addentra in argomenti a dir poco complessi, ma non e' questo di cui voglio parlare, anche perche' il mondo letterario e' pieno di opere e testi sulla vita, sulla spiritualità o piu' comunemente addirittura di autori, improbabili persone di successo, che vogliono insegnarti la vita (niente di più sciocco a mio avviso dal momento che si impara quasi sempre sulle proprie esperienze ed ogni cosa va relazionata al nostro essere unici e non certo ad un generico manuale di vita universale). Forse cio' che mi prende molto di questo scrittore e' il suo modo di avvicinarsi alle persone (seppur con parole scritte, ma il concetto non cambia), e non si tratta di comune retorica, ma di un modo basato sulla discussione, scrivere risposte a domande fatte da persone del tutto normali, ognuno con problemi differenti, domande fondamentali che riguardano i principali temi della vita, fatte da giovani, da persone con ogni situazione di vita, ... risposte sempre soggettive (in quanto non verificabili dal punto di vista obiettivo) ma che partono da una esperienza di vita. E così come le domande inducono a pensare, anche le risposte inducono a pensare, fungono da stimoli, non si cercano risposte, ma si cerca di affrontare una risposta. Perche' ho comprato questo libro? ,,, perche' leggendo la premessa del libro mi sono reso conto che solo chi si pone domande giuste puo' scoprire risposte che lo aiutano ad andare avanti, e spesso io non ho ascoltate risposte a domande importanti per il semplice fatto che quelle domande non me le ero mai poste. Chi pone le domande migliori puo' infatti portare avanti una discussione ed in tale modo contribuire piu' di tutti alla soluzione del problema. In questo piccolo spazio non posso addentrarmi alla moltitudine di pensieri espressi nella miriade di domande contenute nel libro, però cio' che per me è importante consiste nell'approccio filosofico ai probabili problemi che vuole dare un tale testo. Una buona risposta spesso suscita nuove domande, e spesso fidandoci delle nostre domande riusciamo a dare noi stessi delle risposte. Non si tratta quindi di regole di vita, al massimo possiamo trovare dei consigli, e solo se cerchiamo una risposta a tutte queste domande, dice Anselm Grun, davanti a noi allora si dispiegheranno in modo nuovo queste relazioni ed il senso che si può dischiudere in esse. Un annetto fa, o poco più, subiì una forte delusione che mi aveva portato a leggere un libro sul perdono che mi aveva davvero colpito, parlava del perdono come una guarigione interiore, come una cura da una malattia invisibile nella quale si può uscire guariti solo se riusciamo a liberarci da questo veleno interno che logora noi stessi (perdonare quindi per fare del bene a noi, e poi agli altri). Il messaggio era stato chiarissim, e quindi io mi impegnai molto ad attuare tutto quello che mi ero preposto di fare, non sottovalutando la dolorosità di questo processo, nonché i lunghissimi tempi. A pagina 34 di questo libro ancora una volta si parla di perdono, perdono in questo caso come riconciliazione. E' qui che ho potuto fare un confronto diretto cone la mia esperienza personale. Perdono quindi come liberazione dall'energia negativa che mi porto ancora dentro e, se non perdono l'altro, sono ancora legato a lui, allora l'altro ha ancora potere su di me. Il perdono è la liberazione dal potere dell'altro su di me. Mi separo dalla ferita, la lascio all'altro. Me ne libero. Sciolgo i ceppi che mi portano a èèconcentrarmi sempre sulla ferita (pag. 35 del libro). Il perdono fa parte dell'igiene dell'anima. Il processo è lungo e doloroso, ma se la riconciliazione riesce è liberante. Però caspita, e' anche vero che spesso il perdono forse è anche mantenere una sana distanza da colui che ci ha ferito, perche' dobbiamo fare in modo che la cicatrice in noi non si apra di nuovo. Queste parole mi hanno anche fatto capire altro, mi hanno fatto pensare che io in realtà piu' di un anno fa non avevo perdonato l'altra persona, ero rimasta molto legato all'altra persona, quella ferita era al centro della mia vita, dei miei pensieri,... la triste realtà e' che io non l'avevo in effetti perdonata, avevo soloè una dichiarata volonta' di perdonarla, ma non ci ero riuscito. C'era anche un motivo che limitava questa guarigione, cioe' il non ammetteère da parte dell'altro la propria colpa, offrire il perdono e poi addirittura sentirsi rifiutare questa offerta. Questo significa che in nessun caso dovremmo metterci in condizione di dipendenza dalla sua reazione. Dall'esperienza di un anno ho forse imparato anche come farmi perdonare, ma da qualche mese sto vivendo nuovamente questa situazione con quello che pensavo fosse il mio migliore amico.
domenica, marzo 21, 2010
«Notte Oscura» dell'anima e la dottrina del Nada y Todo
« Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei. »
Il pensiero di Giovanni della Croce, in particolare il concetto di «Notte Oscura» dell'anima e la dottrina del Nada y Todo ("Nulla e Tutto"), per illustrare l'ascesa al Monte della Perfezione, oltre che nella Salita del Monte Carmelo.
domenica, marzo 14, 2010
vorrei che tu fossi qui
sabato, febbraio 13, 2010
Up in the Air, tra le nuvole...
Quanto e' pesante la nostra vita?
Immaginate per un secondo di avere uno zaino sulle spalle
Riempitelo bene... con tutte le cose che avete nella vita,
Cominciate dalle piccole cose, gli oggetti sugli scaffali, poi i cassetti, tutti i gingilli, ...
Poi aggiungete le cose piu' grandi. Vestiti, elettrodomestici, lampade, la Tv,...
Lo zaino dovrebbe essere piuttosto pesante. Ed ora le cose grandi.
Il divano, la macchina, la casa. Infilate tutto questo dentro quello zaino.
Adesso aggiungete le persone.
Cominciate con le conoscenze casuali. Amici di amici, colleghi di ufficio,...
Poi passate alle persone alle quali potete affidare i vostri segreti più intimi
Fratelli, sorelle, figli, genitori.
Ed infine vostro marito, vostra mglie, fidanzato, fidanzata. Mettete tutti nello zaino.
Sentite bene quanto pesa.
Senza ombra di dubbio i rapporti sono la parte più pesante delle nostra vita.
Tutte quelle rattative, quelle discussioni, i segreti, i compromessi.
Più lenti ci muoviamo e più velocemente muoriamo.
Senza ombra di dubbio il movimento e' vita.
Alcuni animali sono nati per sopportare il peso degli altri per vivere in simbiosi nell'arco della vita.
Amanti sfortunati, cigni monogami.
Noi non siamo cigni.
Siamo squali.
(...)
giovedì, gennaio 21, 2010
una cioccolata calda

lunedì, gennaio 18, 2010
Lo disse anche Elton John... la canzoni tristi dicono così tanto...
Immagino che ci siano delle volte in cui tutti noi abbiamo bisogno di condividere un po' di dolore e stirare quelle parti rugose di noi, è la cosa più difficile quando ci restano i ricordi. E ci sono alcune volte come quelle in cui tutti noi abbiamo bisogno di sentire la radio, perchè dalle labbra di qualche vecchio cantante condividiamo i problemi che già conosciamo. E' dolcissimo farle suonare... far suonare quelle tristi canzoni quando tutta la speranza se n'è andata, giungono fi dentro la nostra stanza e sentiamo semplicemente il loro tocco lieve. E proprio quando tutta la speranza se ne è andata le canzoni tristi dicono così tanto! Se qualcun'altro sta soffrendo così tanto per scriverlo, quando ogni singola parola ha un senso, allora è piu' facile avere quelle canzoni intorno a noi, hanno quel "calcio" giusto per arrivare fino a te e ti fanno sentire così bene o forse così male... e soffrire solo abbastanza per cantare blues...
domenica, gennaio 17, 2010
"Tutti saremo trasformati", ...ricordando Giovanni Paolo II
Nick Vujicic è un ragazzo 26enne australiano nato senza braccia e senza gambe, fondatore e direttore della “Life without limbs”, l’organizzazione no-profit che aiuta le persone da tutto il mondo prive di uno o più arti a vivere meglio. Nick, amichevolmente detto il gigante, tiene incontri e conferenze per aiutare le persone che, anche se in maniera più lieve, condividono con lui questa condizione. Ancora una volta ho pensato che una vita fortunata come la mia a volte diventa davvero sprecata se fine a se stessa. Scendendo da camera mia, preparando le valigie per ritornare in Sicilia, ne ho approfittato per finire di sistemare casa prima di andare via e mi sono ritrovato un foglio davanti gli occhi con le parole di Giovanni Paolo II, il nostro carissimo Papa morto alle ore 21,37 del giorno 2 Aprile 2005 nel palazzo apostolico in Vaticano. Tra i brani delle lettere di San Paolo che Giovanni Paolo II preferiva vi era il seguente:
"Voglio farvi conoscere un mistero: non tutti moriremo, ma tutti saremo trasormati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono della tromba finale. Ecco, la tromba squillerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo trasformati. Bisogna infatti che questo nostro essere corruttibile rivesta l'incorrutibilità e che questo nostro essere mortale rivesta l'immortalità".
1° lettera ai Corinzi, cap. 15,51-55
Giovanni Paolo II credeva nell’incorruttibilità e nell’immortalità dello spirito, della carne, dei principi. Bisogna sostenere con forza, nella convinzione che la bontà dei principi finirà con il prevalere. “Non abbiate paura”, amava ripetere, di essere voi stessi, di venire allo scoperto.