Ho sempre pensato che se fossi nato o vissuto al nord sarei stato leghista.... e forse tutt'ora lo penso ancora, o lo penserei, se non fosse per il fatto che con il tempo si matura, si studia, si diventa piu' saggi (o forse meno ingenui).... A volte studiando materie un po' pesanti o leggendo libri un po' troppo paranoici si riescono a scovare dei passaggi davvero interessanti, basta interpretarli con la giusta chiave di lettura ai nostri avvenimenti intellettuali. Innanzitutti, studiando l'antropologia culturale, per quanto sia una materia apparentemente astratta, capita facilemente di appassionarsi, in caso contrario direi che si passa direttamente all'odio :) ... Durante la prima lezione la nostra professoressa ci aveva chiesto per la lezione successiva di rispondere alla seguente domanda: qual'è la vostra etnia?... Beh, c'è stato un bel po' da pensarci... per di piu' il giorno successivo, provando a dare la mia risposta (non facile perchè mi considero da un certo punto di vista "meticcio") invece di avere risposte, trovavo solo negazioni ad affermazioni che ormai erano luoghi comuni. Alla fine, non conoscendo una risposta, sono stato portato a pensare che forse l'etnia non solo non esiste, ma è un qualcosa di "artificiale". Leggendo poi il libro di Faeta, ho visto come lui cerca di definire una identita' meridionale che in realtà è nata da una contrapposizione rispetto a quella nel Nord. Come nascono idee autonomiste e secessionistiche? ... Nella pagina 81 del libro di Faeta si legge questo : "
«se le società sono un’invenzione, le identità
che pretendono di sostanziarle […] non esistono in sé, ma sono il risultato,
storicamente determinato, di lotte politiche che comportano l’uso di strategie
retoriche […] elaborate al fine di offrire orizzonte a precisi
interessi economici e sociali di gruppi contrapposti, e costruire nuove élite»". In
questo quadro, le forze intellettuali diventano
portavoce di una retorica di giustificazione ed essenzializzazione delle
istanze identitarie localistiche e separazioniste/autonomiste. In altre parole
la riflessione sull’identità è
fortemente politicizzata e radicalizzata. Credo che si possa dire che in Italia, il processo di diversificazione
culturale e sociale del Nord rispetto al Sud è ascrivibile alla differente
velocità di penetrazione del capitalismo.
Secondo Faeta, le idee attorno alle quali si
coagula questa presunta identità meridionale sembrerebbero fare il verso
ai valori padani della Lega nord, condensandosi, tuttavia, in una sorta di
pericoloso leghismo di sinistra, poiché segnato da derive separazioniste,
discriminatorie, annientatorie, scaturite dalla distorsione del valore del riconoscimento
e del rispetto delle differenze nel non-valore rappresentato dalle discriminazioni
e dal rifiuto. Le idee autonomiste e secessioniste – soprattutto
in regioni come la Sicilia e la Sardegna – risalgono al periodo post-unitario
e, almeno dagli scorsi anni ‘60, riscuotono seguito e consenso (Mis – Movimento
per l’Indipendenza della Sicilia, Noi Siciliani, Mpa, Grande Sud, Forza del
Sud, Partito del Popolo Siciliano, Partito Autonomista Siciliano, ecc.).
Dunque, cercando di riassumenre quello che vorrei dire in poche parole, gli stereotipi (tanto quelli
positivi quanto quelli negativi) agiscono nella radicalizzazione delle
ideologie politiche, favorendo la nascita e l’espressione delle varie presunte identità
etniche. Ora, se invece volessimo parlare di identità padana.... ma è mai esistita??? su cosa poggia?? ed allora ogni regione dovrebbe avere la sua identita'? come ogni provincia?? come ogni comune??? come ogni quartiere??? ... ci sarebbe tanto da scrivere ancora su questo argomento....
A tal proposito consiglio il libro di Paolo Rumiz "La secessione leggera. Dove nasce la rabbia del profondo Nord", dove nell'introduzione dà anche una definizione di etnia che mi ha sorpreso molto.
RispondiEliminahttp://venus.unive.it/italslab/modules.php?op=modload&name=ezcms&file=index&menu=79&page_id=176