domenica, giugno 03, 2012

Morbosa ricerca dell'Amore

Leggendo Sant'Agostino, "Le confessioni di un peccatore", sono rimasto colpito dal primo paragrafo del libro terzo, intitolato "Morbosa ricerca dell'amore". Dato che non mi sento in grado di commentarlo, riscrivo esattamente le parole della pagina in questione premettendo che non sono i contenuti scontati (per molti) che mi hanno colpito, ma come ci siano delle cose che accomunano tutti gli uomini, e quindi anche il passato di tanti santi, nonchè di personaggi autorevoli come Sant'Agostino. Penso che possiamo ritrovarci tutti in queste parole:
"Mi recai a Cartagine, quando da ogni parte l'animo mio era sconvolto dagli amori disonesti come una caldaia in ebollizione. non amavo ancora e bruciavo dal desiderio di amare, e per questa interiore indigenza odiavo me stesso meno indigente di quanto ero. Assetato di amore, andavo cercando un oggetto da amare, aborrendo da una via sicura e senza insidie. E avevo fame, dentro me, di un cibo spirituale, di Te, mio Dio; ma quella fame non mi dava stimoli nè desiderio di cibo incorruttibile, e non già perchè fossi sazio, ma perché  quanto più digiuno, tanto più ne ero nauseato. Perciò l'anima mia era inferma, piagata, si gettava al di fuori, miseramente avida di sfregarsi al contatto delle creature sensibili. ma anch'esse non le avrei amate se non avessero avuto anima.
La dolcezza di amare e di essere amato era per me molto maggiore se andava unita al possesso del corpo dell'amante. inquinavo così la vena dell'amicizia con le lordure della concupiscenza, ne offuscavo il candore con l'alito diabolico della libidine, e, ciò nonostante, sozzo e disonesto qual ero, nella mia immensa vanità volevo apparire fine e di belle maniere.
E andai a precipizio verso quell'amore di cui bramavo la catena.
O mio Dio, o mia misericordia, di questa amarezza, nella tua bontà, aspergersti quel piacere: fui amato, segretamente  raggiunsi il legame del possesso, lieto mi lasciai avviluppare da vincoli tormentosi, fino a essere battuto dalle verghe incandescenti della gelosia, dei sospetti, dei timori, degli odi, delle risse."