sabato, aprile 17, 2010

Perche' attaccano il Papa?

Ultimamente ho notato che ci sono due tipi di approcci avvicinandosi la Chiesa; il primo consiste in un approccio di ricerca spirituale, avvicinamento a Cristo con cuore sincero tramite l'istituzione nata dopo la Sua venuta al mondo, ovvero la Chiesa presieduta dal successore di Pietro, il Papa, la seconda invece e' un approccio molto piu' particolare, e' un approccio forse di tipo critico, come se si partisse dalla contestazione per poi forse provare il vero (ma che alla fin fine si finisce o si vuole finire a dimostrare una propria convizione o addirittura una semplice volonta' personale). Il secondo approccio merita molta piu' attenzione, ed e' di questo che mi sento di parlare, di una sorta di critica che mira a distruggere e basta, distruggere per far spazio al vuoto, all'Assenza. E perche' tutto questo? Non posso avvicinarmi a Dio con sentimenti di distruzione, e se non voglio avvicinarmi a Dio dove vado? verso una "ragione" che diventa priva del significato ultimo che e' Dio e che percio' muore nei suoi limiti (umani) e in se stessa. Io sono privo di verita' e quindi voglio distruggere cio' che non tollero per mettere una verita' che non solo non ho, ma che non conosco! Io sono presuntuosamente convinto di sapere cosa e' giusto e cosa no, io sono convinto di sapere cosa e' il Cattolicesimo quando in realta' non mi sono mai avvicinato veramente ad esso. Si puo' criticare e giudicare un libro mai letto? pero' siamo capaci di fare recensioni leggendo solo le critiche ad esso, senza aver mai letto il testo originario. Come si puo' criticare una cosa che non si conosce? Se io giudico il limite umano della Chiesa e non voglio guardare il bene che opera ed ha operato solo perche' a me fa comodo l'1% che di sbagliato c'e' anche nella Chiesa allora sono un menzognero, ed io faccio finta di non capirlo, perche' quello e' l-unico mio modo di trovare un equilibrio non con me stesso, ma con quello che faccio, con i miei limiti. E' un vano tentativo di soffocare una coscienza che e' la presenza di Dio dentro di noi, e' li che abita Lui in noi, e che ci ricorda che prima o poi noi ritorneremo a Lui, perche' da Lui siamo venuti. E' che lui ci ama con i nostri difetti e con i nostri peccati, ma se noi non abbiamo l'umilta' di riconoscere i nostri peccati, decidendo noi cio' che e' giusto, noi decidiamo allora solo una giustificazione a nostri peccati, alle nostre mancanze, alle nostre debolezze,... e tutto questo si chiama mancanza di umilta', ed e' un sentimento precursore del peccato, del peggiore dei peccati, cioe' di mettersi al posto di Dio pensando di avere la conoscenza del bene e del male. Dio comincia a darci fastidio, ci diventa scomodo a tutto cio' che la nostra coscienza vieta. L'umile sa di non essere giusto, l'umile si avvicina sempre a Dio con senso di vergogna, con la vergogna del peccatore. La persona non umile ha deciso che lui in realta' non sta peccando piu', si compiace della sua giustizia, di se stesso, al massimo ringrazia Dio perche' e' migliore degli altri. Il non umile e' colui che e' in grado di giudicare la Chiesa non per le opere buone, ma perche' deve distruggere cio' che gli da fastidio, come se trovasse giustificazione ai suoi impediementi. Tutto questo si chiama grande inganno, perche' quella e' una strada che non lo portera' da nessuna parte. Potete attaccare il Papa perche' siete pieni di sporchi secondi fini, politici e non, perche' in realta' se vi fregasse qualcosa di quei poveri bambini abusati da uomini sporchi che purtroppo stanno anche in posti dove non ci dovrebbero essere, come la Chiesa, voi invece di farvi falsi dottori vi muovereste piu' da un lato umano che politico e filosofico. Potete attaccare il Papa perche' ha usato misericordia come fece Gesu' alla gente che lo ha crocifisso, e come fece fino alla fine con il buon ladrone. Il peccato fa parte tutti gli uomini, e quindi anche dei preti. Ma non vanno strumentalizzate certe cose per altri fini. La pedofilia e' una malattia, ma non e' attacando il Papa che si risolvono queste cose. Non e' distruggendo il Papa e poi la Chiesa che risolvete le cose, e' piu' facile attaccare le persone giuste e buone. Benedetto XVI stava portando tutti i segni di questo dolore ad 83 anni, attaccato per i peccati della sua Chiesa da altri peccatori. E per la prima volta, 2 giorni fa, ha parlato a braccio, facendo uscire cio' che veramente ha dentro, ed ha parlato di penitenza, ha chiesto di pregare per lui, per dargli la forza di affrontare questa situazione, ed ancora una volta ha dato un grande segno, un segno di umilta' parlando di penitenza, una penitenza anche come espiazione dei peccati che hanno commesso anche uomini di Chiesa, perche' esiste un male che inquina anche l'anima dei preti. Il Papa ha spiazzato tanti suoi insoliti nemici addossandosi colpe e reagendo da vero Cristiano, e l'ha fatto con il dolore di chi conosce il male. Gli e' stato buttato addosso il male dei preti pedofili, come responsabile di questo male solo perche' da Cardinale aveva concesso una seconda possibilita' a questi preti agendo in un'ottica di misericordia. Lui ora li condanna, chiede perdono alle vittime. Ma poi invita tutti a pregare, a espiare a purificarci e purificare. Io alla fine dico "Grazie Benedetto XVI", ed i questo sfogo mi chiedo perché sono esplosi attacchi al Papa e alla Chiesa?
La Chiesa di Benedetto XVI è scomoda, chiara nel sostenere i suoi principi in difesa dell’uomo e della vita. Lotta contro il nichilismo e materialismo ideologico. Dà fastidio? Credo di sì!

venerdì, aprile 02, 2010

Grazie!

Volevo soffermarmi sull'importanza di un qualcosa che ho sempre erroneamente sottovalutato, la gratitudine. Magari per molti dico cose banali, ma io personalmente non sopporto le persone che si lamentano, o che lo fanno troppo a lungo o quasi per abitudine. Non mi piacciono! E non mi piaccio nemmeno io quando cado nel farlo ( e ho fatto spesso). Eppure, ogni giorno ed ogni volta che sperimento un po' di felicita', la prima cosa che mi viene da pensare e' un "grazie", e se penso che c'e' sempre un motivo per dire un grazie, forse non ci saranno poi cosi' tanti motivi per essere tristi se non per poco tempo. Per i tedeschi il termine gratitudine (Dankbarkeit) deriva da "pensare" (denken), cioe' chi pensa, in effetti, riconosce di esser grato ogni giorno per molte cose (per essempio e' sensibile ai piccoli doni della quotidianeta'). Cicerone ha descritto l'ingratitudine come dimenticanza, per lui e' l'atteggiamento piu' importante dell'uomo, presupposto per la concordia e l'armonia dei cuori. Per Cicerone l'ingratitudine e' una minaccia per l'umanita'. Il Talmud dice che l'ingratitudine e' peggio del furto. Von Goethe sostiene che l'ingratitudine e' sempre un aforma di debolezza, le persone virtuose non sono ingrate. La gratitudine quindi ci cosituisce, lo sperimento ogni mattina che cammino sotto il sole siciliano, quando ho tutto cio' che mi serve per vivere, ci sentiamoci in pace con noi stessi e con Dio, perche' la nostra relazione con Dio e' la ragione piu' profonda del nostro essere. La gratitudine e' la preghiera piu' profonda, da un gusto meraviglioso alla nostra vita. Chi inizia a ringranziare comincia a vedere la vita con oocchi diversi, le persone ingrate invece sono "sgradevoli" per me. Invece quando cominici a ringraziare le cose cominciano subito ad andare meglio. Per questo dico... Grazie!