lunedì, ottobre 08, 2012

Ritornando da Padre Michele Bianco

Erano passati più di 3 anni da quel famoso periodo dove prendevo la macchina e mi avviavo da solo, in un paesino sperduto della provincia di Avellino per incontrare Padre Michele Bianco (Torre Le Nocelle). Stavolta i motivi non erano cambiati tanto, cambiava la persona malata di tumore da far benedire e, come sempre, sono rimasto sbalordito anche stavolta dal suo carisma. Ancora una volta sono stato costretto ad avviarmi da solo perche' non sono riuscito a trovare compagnia di sabato pomeriggio. Arrivo con un po' di ritardo, ma sono fortunato e prendo il numero 17. Forse era da poco entrata la prima persona. Ciononostante  la mia attesa dura comunque 2 ore e mezza, anche se devo dire che quando non c'è folla il tempo passa tra un rosario e l'altro, anche in piacevole compagnia (c'è una carmelitana molto giovane che guida le preghiere). L'unica cosa che a volte rompe il silenzio è quando entrano persone con problemi spirituali in Chiesa che, a secondo del grado di possessione (a meno che non sono semplici isterismi come spesso accade) si dimenano in maniera più o meno convulsa, gettandosi a terra e gridando con una forza sovrumana. Sabato scorso mi è rimasta impressa la scena di questa persona che, una volta gettata a terra, sembrava quasi sputare contro il crocifisso o una statua lì vicino. Tra l'altro c'era un cane che era rimasto fortemente scosso e che mi ha dato l'impressione di non riprendersi più, quasi triste (chissà, magari anche gli animali conservano i loro misteri). Comunque, dopo aver fatto un salto nel negozietto di fronte per comprare qualche nuovo libro di Padre Michele, ritorno in Chiesa, tempo di altri 4 o 5 turni, che arriva il mio turno (verso sera tende anche a sbrigarsi). Porto semplicemente delle foto e mentre parlo mi tiene le mani in testa per molto tempo. L'impressione avuta è che non tende mai a dire più di quello che gli chiedi, questo significa che, secondo me, le cose bisogna domandarle in maniera molto diretta se c'è qualche dubbio che ti angoscia. Anche se il tempo è poco (se perde poco tempo significa che stai bene) le sue parole sono dense di significato e racchiudono tante cose da capire. Ad ogni modo, ho fatto benedire le foto di mia sorella col fidanzato col quale si sposa, di una mia amica che mi ha aiutato tanto e di  altre due persone. E poi ho mostrato la foto piu' importante dove ho speso tutte le mie domande,  si trattava di una persona malata. La presa e l'ha toccata, tipo con due dita, non so' che segno facesse, e gli ho detto che era malata di tumore e lui prontamente mi ha risposto dicendomi "Si, carcinoma mammario...", ed ho risposto quasi ridendo " e vabbè, che glielo dico a fare.." e lui sorridendo "figliolo caro, a me basta toccarlo per vederlo, lo vedo chiaramente...", mi ha rassicurato dicendomi che dopo l'operazione, se non è andato in metastasi senza arrivare al fegato e via dicendo, non sarebbe stata in pericolo di vita. Sapevo che lui fosse una grande persona di cultura, soprattutto a livello giuridico (plurilaureato e docente all'università di Bari), ma sembrava quasi che parlasse da medico con termini anche tecnici. In fondo il suo carisma è proprio quello di vedere le malattie come i tumori ecc.. Alla fine mi ha salutato dicendomi "figliolo caro, pregherò per te, [e poi si è ricordato di ogni singola persona che gli ho portato] e  soprattutto per la tua amica malata". Devo dire che, dato che in questo periodo la mia salute non è perfetta, quando mi ha detto " e pregherò anche per te.." è stato un qualcosa che mi ha riempito il cuore. Lascio il Santuario di San Ciriaco e ritorno a casa facendomi piu' di un'ora di macchina. Non capisco mai perchè mi ritrovo sempre da solo ad andare da persone così...

venerdì, ottobre 05, 2012

Dall'epistolario di Padre Pio

Non voglio cambiare o aggiungere nemmeno una virgola a quello che ho letto:

Non vi sforzate di vincere le vostre tentazioni perché questo sforzo le fortificherebbe; disprezzatele e non vi ci trattenete sopra; rappresentate nelle vostre immaginazioni Gesú Cristo crocifisso tra le vostre braccia e sopra i vostri petti, e dite baciando piú volte il suo costato: Ecco la mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità! Io vi terrò stretto, o mio Gesú, e non vi lascerò finché non mi abbiate posto in luogo di sicurezza

(Epist. III, p. 570).