giovedì, dicembre 31, 2009

Bruciata viva


Questo capodanno ho preso l'aereo per Milano, e si sa come sono le attese negli aeroporti internazionali: finisci sempre a buttarti in una libreria nei Gate d'imbarco. L'aeroporto è un posto che affascina, a me poi personalmente tanto perchè sono stato sempre affascinato all'idea dei viaggi, di vedere il mondo, tutta questa gente di razze e colori diversi che si concentrano in questi luoghi, come appunto un aeroporto internazionale. Ma cosa può ancor di più aprire la tua mente al mondo? Forse entrare nel mondo dei libri e non solo, che sia una libreria o no, che sia in un aeroporto internazionale o no. La conoscenza del mondo passa attraverso la cultura e la cultura passa attraverso i libri (anche se non necessariamente...). Possiamo anche fare una vacanza a Sharm o un pellegrinaggio coraggioso in Terra Santa; ma cosa avviene poco più in là da dove è nato il Cristo, nell'attuale CisGiordania? Lo so che il mondo è grande e ci saranno sempre cose belle e brutte lontano dagli altri, da noi e dalla nostra conoscenza. Però ora tutto questo sta diventato oggetto di una nuova era, l'Oriente che si incontra con l'Occidente e viceversa, due mondi che sembrano non convivere poi così pacificamente, un mondo cristiano che a livello politico diventa sempre più laico che si scontra con un mondo islamico fatto di povertà (o meglio di forti squilibri economici e sociali) che a livello politico ha invece tanto integralismo strumentalizzato. Viviamo guerre oggi, che non sono poi meno forti di ieri e non sono poi così meno di religione come quelle della Storia, e che non mancano certamente di contrasto ideologico. Sono di due mondi che per l'ennesima volta si ritrovano faccia a faccia. E cosa c'è da fare di fronte a Suad? Suad è una donna che ha vissuto in un mondo che una parte di noi non conosce ed un'altra parte di noi fa finta di non conoscere. Suad è ora una donna che sente ancora adesso un odore di morte addosso, ha dovuto vincere la morte sconfiggendo la sofferenza e l'umiliazione. Preferiva morire che affrontare la sua seconda vita così generosamente offerta in Europa, alla fine degli anni Settanta. La sua prima vita è fatta di immagini più che ricordi nitidi, non ricorda quante sorelle aveva ma solo violenza, o meglio, la normalità di quella vita perchè il punto è questo, esiste un mondo dove la vita di una persona vale meno di una bestia perchè fa parte di una cultura (la cosidetta legge degli uomini, le tradizioni,...); ma che cosa è questa?!?! Io questo libro non riesco a leggerlo dalla rabbia, pagina dopo pagina diventa sempre più pesante quanto incredibile. E' possibile dimenticare il nome di una sorella ma ricordarsi delle pecore, delle capre, dei campi dove veniva trattata da schiava come tutte le altre donne perche' sono donne? Suad era una bambina cisgiordana, lavorava come un mulo, aveva diciottanni o forse più quando i suoi ricordi e la sua memoria è andata in fumo il giorno in cui il fuoco si è abbattuto su di lei. Suad sta facendo il bucato nel cortile quando sente sbattere una porta alle sue spalle, è il cognato che le rivolge una frase scherzosa, Suad si volta per replicare ma all'improvviso il suo corpo è intriso di un liquido freddo che in una frazione di secondo diventa fuoco. Bruciare viva è la punizione per aver commesso il peggiore dei peccati: restare incinta prima del matrimonio.

mercoledì, dicembre 30, 2009

Sitting by the side of the road

Ci ho messo molto tempo per ritrovare questa canzone di un noto film uscito il 25 Dicembre 1996, un John Travolta che interpreta un Arcangelo Michele un po' strano, sceso sulla terra per aiutare una anziana signora che sta per cedere la sua eredità, un angelo un po' appesantito, che fuma, beve, balla e mangia tanti dolci... Ad ogni modo a me la musica Country piace un casino, è davvero bella, sarà perchè vivo in una base americana ed ogni tanto scappo al Pub americano per una birra e si ascoltano questi motivi ricchi di Soul, o perchè mio padre mi ha prestato un cofanetto di CD (Country's Love) comprati all'autogrill che tengo in macchina, ma sta di fatto che la Musica Country Americana è una gran bella invenzione. Purtroppo non sono riuscito a trovare niente di originale su questo pezzo....




Lyrics Andie MacDowell - Sittin’ by the Side of the Raod lyrics

domenica, dicembre 27, 2009

Lettera per Anna Vicidomini


Io ancora devo capire in base a quale logica faccio le mie scelte. Io continuo a credere nelle donne ed ho molta stima di loro, anche perche' gli uomini, e soprattutto i ragazzi innamorati o che si credono amati, sono degli imbecilli. La verità è che ciò che è precario, ciò che è falso, non potrà mai saziare il bisogno dei nostri cuori. Gioie provvisorie, beni per soddisfare le nostre voglie, beni che generano il vizio, e quindi schiavitù, mettono sempre una nostalgia ed un desiderio di altro nel cuore. E si possono anche affannare i sociologi ad analizzare le nostre emozioni per capire questo. Il mondo vive in una grande menzogna, ma ormai niente mi stupisce più. Il mondo impara a vivere la menzogna che genera la contraddizione. La menzogna e la contraddizione generano il disagio, il disagio genera la nevrosi, e la nevrosi genera disturbi comportamentali. Mi sono preoccupato di non trovare mai quello che cercavo, e tu, che volevi ancora di più dalla vita, più sensazioni, più beni, beni da prendere non so da chi, e approfittandone, forse mi hai ferito ancora una volta. Dallo sfruttamento, dall'uso, dall'umiliazione, di chi è piu' debole di te e che forse si era avvicinato a te perche' aveva bisogno di te e del tuo amore, tu cosa hai fatto? hai ferito una persona più di una volta. Non bisogna mai approfittare di un bisogno di affetto o di amore di un giovane, ragazzo o ragazza che sia, che si accosta per ricevere amore a persone che letteralmente "spupazzano" l'altra persona, le mentono, si fanno dare attenzioni, vivono superficialmente, ci vanno a letto, e quando si stancano magari la mollano pure. Ed io come un imbecille facevo solo finta di stare attento a queste cose. Non pensare che quando ferisci, non venga ferita anche te. Non si gioca con la vita degli altri. Non si gioca con i sentimenti degli altri. Non si gioca con il cuore degli altri. Non sai che siamo un tempio di Dio, e che se distruggi il tempio Dio, Dio distruggerà te! E quindi stai attenta a questo grande rispetto ed a questa grande stima che dobbiamo avere nei confronti delle persone. Ed ogni gesto di amore, di amicizia, ogni promessa, fatta ad una persona diventa per te una responsabilità. Hai mai letto "Il Piccolo Principe"?... Il piccolo principe un giorno camminando incontra una volpe, e poichè lui era sempre solo finalmente trovò questa volpe che si mise dietro di lui e dice alla volpe: "senti, vuoi diventare mio amico?", e la volpe subito rispose "ma tu non sai chi sono io?". Ed il piccolo principe in effetti nella sua ingenuità non sapeva nemmeno cosa fosse una volpe. Poi la volpe gli spiega chi è ma nonostante tutto il piccolo principe chiede " vuoi diventare mio amico e mio confidente?". E la volpe quindi rispose " ma tu lo sai che diventando mio amico diventi responsabile?", ed il piccolo principe rispose "di che cosa?", e la volpe "di me!... perchè tu poi non sarai piu' libero di andare dove vuoi, perche' ci sarò io, e devi vedere se io posso venire con te, non sarai piu' libero di pensare quello che vuoi, perchè dovrai pensare anche un pò a me, e la tua vita diminuirà un pochino, perchè devi farmi spazio, ... ". Forse questa e' l'amicizia, questo e' il VOLER BENE. Noi pensiamo a questo quando stringiamo un rapporto con qualcuno? O quando troviamo una persona che ci ama, un ragazzo od una ragazza che ci dona il suo amore, la sua fiducia, la sua stima?? Noi abbiamo una grande responsabilità, e se non l'abbiamo questa responsabilità facciamo degli altri qualcuno o qualcosa da usare per noi; accaparramento. Questo è il frutto della concupiscenza, quel peccato che entrò nel cuore dell'uomo quando disobbedendo a Dio desiderò il frutto dell'albero. Ed e' un veleno antico che ci portiamo dentro. Il frutto era bello a vedersi, eppur fu la condanna a morte. Noi viviamo in questo mondo, e noi viviamo questo tipo di rapporti con i beni che abbiamo a disposizione, questa modalità per la gestione di questi beni. Si creano degli idoli senza amore, sono argento e oro: hanno occhi che non vedono, hanno orecchie che non odono, hanno mani che non palpano, hanno piedi e non camminano. E diventano come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida. Cioè, senza cuore.

mercoledì, dicembre 16, 2009

Anche se non volessi stare con Silvio sono contro tutti quelli che sono contro Silvio! Quindi sto con Silvio.


Cosa vuol dire non avere la maturità e non credere nello Stato e nelle istituzioni? Probabilmente significa vedere il presidente del Consiglio dei Ministri, il capo del governo italiano e quindi colui che impersonifica istituzionalmente l'Italia all'estero, non come tale ma come Silvio, cioè come una semplice persona che può essere simpatica o antipatica sotto un mero livello personale (che non si potrebbe neanche definirsi tale in quanto forse nessuno lo conosce personalmente). Quindi chi è Silvio?... risposta: non mi interessa. Chi è il Presidente del Consiglio dei Ministri? è colui che non dovrebbe neanche più avere un nome fin quando ha un tale mandato, è il nostro Governo, è il presidente eletto democraticamente dalla maggioranza degli italiani, è l'Italia all'estero, è colui che non rappresenta piu' quello che è stato e che è ma che deve ora rappresentare tutti gli italiani, e tutti gli italiani non devono essere degradati nell'avere un Presidente continuamente ostacolato da Magistrati che dovrebbero essere indipendenti dalla politica ed invece fanno ostruzione ad un capo di governo eletto liberamente da noi italiani (che contiamo nell'insieme più di due magistrati che si credono più importanti dei comuni mortali) e finiscono per fare, appunto, politica. Lasciamo la democrazia agli strumenti democratici che non sono rivolte violente in piazza, offese pubbliche, o strumentalizzare la sporca aggressione di un folle senza cervello alla istituzione, al Governo Italiano, al nostro presidente, agli italiani! Nessuno degli italiani deve permettere di sfiorare il nostro capo del governo e nessuna istituzione democratica, anche se li ci fosse una persona che non appoggiamo, perchè lì non c'è più Silvio, Pasquale, Francesco o Genoeffa! E' in questi momenti che bisogna dimostrare un attaccamento istituzionale e difendere la democraticità che non è fatta di politica sporca e di attacchi personali alla persona. Gli Italiani che vogliono bene all'Italia devono appoggiare non una politica di opposizione o di ostruzione (che danneggia noi Italiani) ma al massimo una opposizione costruttiva e di controllo democratico che certamente non si traduce nell''incolpare una persona di essere andato ad una festa di 18 anni a Napoli! Cosa significa questa moltitudine di Italiani su Internet che inneggia un gesto di violenza contro l'istituzione e la democrazia? Dai piccoli gruppi su Facebook ai semplici commenti di gente che parla per partito preso?questa minoranza di persone che non ha votato Berlusconi risolve i propri problemi personali con le altre persone con la violenza?... Perche' si fa finta di non capire che l'attaccamento istituzionale non significa solo difendere un sempre più lontano concetto di Patria ma è difendere i principi democratici contro qualsiasi cosa che mina alla base un sistema che è nato ed è fatto per noi e che gente balorda vuole distruggere per pure questioni personali?!. Lo Stato siamo noi ed è per noi! la Democrazia è per noi! E la politica non e' la contrapposizione di interessi personali, ne' tantomeno contrapposizione a Berlusconi. La Politica è la guida dello Stato, di noi. Chi vuole bene all'Italia non fa ne' violenza verbale ne' fisica. Chi vuole bene all'Italia costruisce e non distrugge. Chi vuole bene all'Italia non strumentalizza un gesto di violenza, nè tantomento lo fa con strumenti vili come facebook o altro. Chi vuole bene all'Italia propone alternative, alternative a Berlusconi o a chi che sia, alternative concrete alle attuali politiche che non siano parole, che non siano semplici odi di partito, che non siano infangare l'Italia all'estero e non. Grazie per chiunque mi avesse democraticamente ascoltato.

sabato, dicembre 12, 2009

Tiziano Ferro

La verità che non ho mai vissuto pienamente l'amore. Da quando avevo diciannove anni vivo sotto una cupola di vetro, mai una relazione, mai una donna. Mi sono arreso al fatto che questo il prezzo da pagare per una persona che ha una sensibilità come la mia e vive sotto i riflettori. Il successo mi ha inaridito la vita sentimentale e soffocato tutti i rapporti intrapersonali: io non riesco a rapportarmi più con nessuno.

Nessuno è solo finchè di notte, anche lontano, ha chi non dorme per pensare a lui
Già ti guarda Alice
La solitudine è uno stato mentale. Molte persone hanno paura della solitudine perch temono il confronto con se stessi. Se lo sai analizzare, è vero che nessuno è solo, però spesso uno si sente solo perchè ha dei problemi irrisolti, o perchè alza delle barriere dietro le quali si nasconde.
E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo
ti guardo fisso e tremo
all'idea di averti accanto
e sentirmi tuo soltanto
e sono qui che parlo emozionato
... e sono un imbranato
Imbranato
A me in classe non mi filavano. Così con degli amici ho creato il primo gruppo hip hop della mia città, solo per poter beccare. Bè, gli altri due rimediavano da matti, io no. Poi sono diventato famoso, e allora qualcosa in effetti si mosso.
E apri pacchi d'affetto
Mandandoli giù di un botto
Cerchi un purgatorio virtuale
Al tuo non riuscire ad amare
Riavvolgi il tuo Dio dell'amore
Per cui tu continui a pregare
Nel buio più angusto e più stretto
Di ciò che non hai mai detto
Le cose che non dici
Il successo, che panacea per la mia fame atavica! In me comincia a diffondersi un senso di appagamento, e quasi d'incanto il mio interesse per il cibo scompare.
E' la vita che unita al dolore si ciba di te
E della tua strada sbagliata
Mai nata

martedì, novembre 03, 2009

Non sono una signora, amici non ne ho e vesto sempre male...

Loredana Berte' è una pazza???... forse. Che persona è?... non mi interessa. E non mi frega nulla se sembra una schizzata o una fuori di testa, o meglio, potrà essere pur vero, però quanto fascino dà a certe canzoni un personaggio del genere! Sì, Loredana Bertè riesce ad imprimere una forza alle sue canzoni che sembrano avere senso solo se cantate da lei, con quel modo di fare rabbioso ma di una persona alla fine non cattiva, un modo di fare ribelle e sempre attuale nonostante che gli anni sembra che stan passando in fretta per lei, proprio lei che è una parte degli anni '80 italiani e non solo. Tutti ovviamente la criticano, o la criticavano, ma allo stesso tempo nessuno può mettere in dubbio una parte di lei che ci piace nel cantare quelle canzoni che io ascolto volentieri pur non avendo mai vissuto i suoi anni migliori. Forse perche' al centro delle sue canzoni c'è sempre quella voglia un po' aggressiva di riscatto in un mondo bastardo, fatto di illusioni, di sogni e di speranze, ... dove una persona come lei canta che non è una signora. Spesso si tratta di una aggressività che copre così tanta debolezza (e la sorella Mia Martini ne sà qualcosa per la droga), che nasconde una immagine della vita di un film in bianco e nero come nel mare d'inverno (canzone il cui significato trascende probabilmente ad una persona fuori luogo, fuori stagione, fuori dai tempi e lontano dagli altri). La vivacità delle sue canzoni, contradditoriamente, si spegne spesso in tanto pessimismo, quando si arriva a non starci più, a non credere più che si vince soltanto col cuore, come dice nella sua canzone dedicata a tutte le persone, anche a quelle un po' come lei... Quel Sei bellissima dedicata forse a lei stessa, ai suoi pensieri, a come era ieri, alle speranze bruciate di una giovane donna,.... Insomma, questo misto di emozioni, ora vivaci, ora malinconiche, ora mischiate in una musica forte, carica e aggressiva, che ne fanno di Loredana Bertè un personaggio musicale davvero distinto, anche se personalmente non sono d'accordo col suo stile di vita, mi ha sempre un po' affascinato...

domenica, novembre 01, 2009

L'importante è che tu sia infelice

Io non so cosa succede quando sentiamo un desiderio forte in fondo al nostro cuore, l'amore in tutti noi suscita un desiderio così tanto forte che in realtà diventa una sorta di coronamento di un sogno, o di un traguardo nella vita, addirittura un obiettivo per molti o un lieto fine per altri che lo sognavano dai tempi dell'adoloscenza, dopo tante delusioni e insoddisfazioni. Fatto sta che a volte lo si cerca lontano, ed a volte lo sentiamo così vicino che non ce la facciamo a rinunciarci, diventiamo altre persone per la sola speranza di averlo, oppure siamo accecati a tal punto che diventa così prioritario che lil solo pensiero che non ci sia più o che non è come noi l'abbiamo sempre sognato ci rende tristi e malinconici. Tutti noi sentiamo il bisogno di esprimere questo desiderio, è spesso il movente di grandi opere, lmusa ispiratrice dei poeti, dei cantanti, degli scrittori, degli artisti, .... e spesso rende riflessivi anche le persone più comunemente superficiali. Quando abbiamo tutto non ci facciamo neanche caso a certi pensieri, ma quando ci manca l'amore, come qualsiasi desiderio forte, diventiamo altre persone, diciamo e scriviamo cose mai pensate, nelle nostre vene comincia a scorrere un sangue diverso. E' un po' come l'amore con Dio,... è molto più difficile che una persona tanta fortunata possa amare Gesù come lo fa un frate missionario, non ci si accorge neanche di quello che abbiamo veramente bisogno delle fortune che già abbiamo, ed allora quando ci viene a mancare qualcosa in noi si ritrova quella sofferenza che infonde spesso in alcuni di noi anche quella vena poetica, quella voglia di scrivere o sfogare i nostri pensieri (anche stando soli a guardare un tramonto o un panorama). E' spesso nella mancanza di qualcosa che tiriamo fuori pensieri mai pensati, quelle sofferenze che ci fanno morire per poi rinascere più forti, tutte quelle esperienze che non potrebbero mai nascere da vittorie, ma da sconfitte; si, dall'esperienza che nasce da quello che non riesci ad ottenere. Così, come spesso le più grandi conversioni a Dio partono da un cammino del tutto scuro e sbagliato, e gli amori migliori dopo tante storie sbagliate , così la felicità arriva dopo tanto sofferenza. Questo non lo dico perchè vivo nella consapevolezza un amore che non dovrei continuare, ma soprattuto perche ho il vizio di sbirciare le librerie, soprattutto nei periodi invernali, per poi farmi catturare da alcune copertine, del tipo: che significherà mai il libro di Antonello venditti, cantante che mi è sempre piaciuto molto, "L'importante è che tu sia infelice?"??. ... Leggendo poi scopro che prende il titolo da una fra­se ricorrente della mamma al piccolo Antonello, grassoccio e insicuro. "Ha im­maginato per me una vita di amarezze e delusioni in cui avrebbe potuto ancora farmi da mamma".
La cosa strana che in questo libro io ho notato che racconta la sua vita in determinati momenti incentrata su molte sue canzoni di successo, canzoni emotivamente molto forti che sono nate proprio da alcune sofferenze nella sua vita privata... è come se lui avesse costruito , appunto, la sua felicità sulle sue stesse sofferenze del passato...

mercoledì, settembre 30, 2009

Quando Einstein parlò di Dio da bambino...

Il bello di facebook è che ci sono tanti amici che ti pescano dei video incredibili, chissà dove, ma soprattutto chissà come. Uno in particolare, ma non l'unico, ha catturato la mia attenzione e si intitolava "Does God exist?"... Si tratta di una sorta di cortometraggio tradotto in inglese, che io ora ho provato a tradurre in maniera essenziale ma efficace. Il tutto inizia con un vecchio professore dal bianco barbone che esordisce:
"Se Dio esiste, egli è malvagio. Ed ora ve lo mostrerò in questa lezione. E' Dio colui che ha creato ogni cosa? Se Dio ha creato ogni cosa, allora Egli ha creato il male."...
ed allora qui si alza la mano di un bambino spigliato:
" mi scusi professore, ... esiste il freddo?"
"certo che esiste il freddo. Che razza di domanda è questa?? te non hai mai sentito freddo??"
"Difatti il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica quello che noi consideriamo come freddo è in realtà assenza di calore. Professore, esiste l'oscurità? "
" Certo che esiste."
"Si sbaglia. L'oscurità non esiste neanche. E' in realtà l'assenza di luce. La luce la possiamo studiare, l'oscurità no. Il male non esiste. E' come il freddo e l'oscurità. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato che succede quando l'uomo non ha l'amore di Dio presente nel suo cuore."...
Alla fine compare l'identità di quel bambino tanto sicuro di se; Albert Einsten, allora un piccolissimo uomo incompreso, nel quadro di una campagna per riportare la religione a scuola (mi pare che si tratti di un video tedesco)...

sabato, agosto 22, 2009

Quando Gesù incontrò un cieco

Nel corso di un sabato, Gesù era in città e si diffondeva rapidamente la voce della sua presenza a Gerusalemme. Un cieco uscito da un vicolo incrociò barcollante la sua strada.
Uno dei discepoli gli pose la domanda:"Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perch egli nascesse cieco?".
Gesù rispose:" Nè lui ha peccato nè i suoi genitori, ma è così perchè si manifestaseero in lui le opere di Dio".
Poi si inginocchiò e sputò sulla terra che impastò in due pallottoline. Alzandosi le pose sugli occhi del cieco e ordinò all'uomo di andare alla piscina di Siloe e di ripulirsi dal fango. Fin dai tempi di Re Davide, la piscina di Siloe forniva le acque consacrate per le cerimonie del Tempio nessuno avrebbe potuto farne uso senza il previo permesso del sommo sacerdote. [...]
Cosa ha di importante questo avvenimento?...in fondo è anche molto conosciuto, ma quando l'ho riletto mi ha destato molta attenzione soprattutto la domanda dei discepoli, i discepoli che poi rappresentano il nostro esempio. Nessuno può conoscere i disegni di Dio, e quindi nemmeno sapere perchè ci sono persone che nascono così sfortunate. Però noi tutti sappiamo che dobbiamo abbracciare la nostra croce, o le nostre croci, perchè come in questo caso spesso le opere di Dio derivano anche da situazioni non belle, è un po' come quando capiamo il bene solo quando usciamo da una situazione di male, o non bella. A noi non ci è dato sapere il perchè, ed allora possiamo solo amare nel disagio di questo mondo.

giovedì, agosto 20, 2009

L'arte del falciare

Quando sono angosciato, faccio un po' quello che fanno tutti; mi ritiro nel mio rifugio, senza nessun bisogno di viaggiare. Ognuno ha il suo rifugio interiore, anche io ho il mio. E quale motivo avrei io di scrivere, scrivere un blog muto che nessuno legge, se non per trovare una sorta di rifugio. Come disse Muriel Barbery, l'arte di falciare senza più fatica, riprendendo il romanzo russo del 1887 Anna Karenina, di Tolstoj, quando Levin, cupo e malinconico, cerca di dimenticare Kitty, va a falciare con i suoi contadini e, afflitto dal caldo e dalla fatica, non ce la fa più, fin quando dopo ore non arriva una pioggia d'estate e Levin libera i movimenti dal peso della volontà, entra in una leggera trance che conferisce ai suoi gesti la perfezione e la falce sembra muoversi da sola. Il movimento che rende il piacere di fare meravigliosamente estraneo agli sofrzi della volontà. Quando le righe divengono demiurghe di sè stesse, quando assisto alla nascita sulla carta (o sulla tastiera) di frasi che sfuggono alla mia volontà e si imprimono mio malgrado, esse mi fanno conoscere quello che non sapevo nè credevo di volere, ed è bello questo parto indolore, lasciarsi guidare da una penna, da un pensiero, con la felicità delle meraviglie sincere, senza fatica nè certezza,... una penna che mi guida e mi porta.

mercoledì, agosto 19, 2009

Perchè danno fuoco alle macchine?

Questo è uno dei tanti video che si trovano su internet, avrei voluto visualizzarlo, ma mi limito al link perchè mi da un po' di fastidio. Tempo fa vidi una scena di un gruppo di ragazzi che al G8 (probabilmente Genova 2001), passava per una strada, qui incontrano una innocente Fiat Punto 1300 di una sicuramente innocente persona, se non famiglia, la vedono come un bracconiere finalmente vede un animale muoversi per poterlo sparare anche se poi non se lo mangerà neppure, e si fiondano distruggendo e incendiando la macchina sotto le urla della signora che affacciata al balcone sopra gridava i risparmi di anni di lavoro!!... Se qualcuno ha letto la pagina 248 del libro di Muriel Barbery "L'eleganza del riccio", si chiederà: ma cos'è che spinge un ragazzo a bruciare una macchina?... i giornalisti parlanjo di disoccupazione e di miseria. Ma sono tute sciocchezze. La disoccupazione e la miseria ci sono sempre state, e questo non vale solo per i Black Block, ma anche a tutti quelli che se la prendono per vie indirette alla ingiustizia del mondo (vedasi G8, no global, contro il governo, i pacifisti, ...). Quindi in fondo quali sono le vere ragioni?? Secondo Voltaire gli uomini nascono puri, e crescendo si ammalano contagiati dai cattivi, mai potremmo immaginare che un giorno un bambino in futuro incedierà auto, ma stiamo parlando di un bamibo immerso in una cultura (se così si può dire...). Stiamo parlando di un gesto di rabbia e frustazione, forse la più grande rabbia e la più grande frustrazione non sono la miseria, la disoccupazione, o la mancanza di avvenire.: la rabbia e la frustrazione derivano invece dalla sensazione di non appartenere a nessuna cultura. A volte capita anche di essere lacerati tra culture diverse, tra simboli incompatibili. Come puoi esistere se non sai dove sei? se, per esempio, devi accogliere la cultura dei quartieri malfamati di periferia e dell'alta borghesia, dei ricchi, del mondo perfetto della televizioni, dei politici, ...? ed allora bruci le macchine, perch non appartieni a nessuna cultura! non sei più un animale civilizzato: sei un animale allo stato brado. E un animale allo stato brado brucia, uccide e saccheggia. Domanda.... che problema culturale hanno tanti giovani italiani e dei cortei pacifisti?... culture familiari incoerenti? non lo so, non penso. strane contraddizioni.

mercoledì, luglio 29, 2009

"Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende"... " amor, ch'a nullo amato amar perdona"...

Non l'avevo mai capita questa frase, e non penso che bisogna studiarla per capirla, forse viverla. L'unica cosa che ricordo è che nel dolce stil novo la gentilezza è indicata come propensione all'innamoramento, e quindi "cor gentile". Forse almeno una volta l'abbiamo avuto tutti questo cor gentile, qualcuno ce l'ha di natura, e forse qualcuno non ce l'ha più. E' che questa espressione non indica solo il tormento di paolo e francesca, ma contiene anche una verità ed un equivoco. Il tentativo di innamoramento di un cuore gentile può fallire. Ma allora perchè io mi sono innamorato?... forse una risposta l'ho trovata al capitolo nono di un libro di Fancesco Alberoni (quello che agli esami di Sociologia, Scienza politica e via dicendo, ritrovavamo con le sue paranoie sullo Stato Nascente), quando cerca di dare risposta ad un'altra domanda: chi è predisposto ad innamorarsi? e perchè?... è chiaro che simili domande non hanno pretese di completezza, però l'obiettivo forse è quello di imparare, almeno il mio, almeno quel poco che si può capire, che è umanamente comprensibile. Allora, io come tutti gli altri ci siamo innamorati, e probabilmente questo suscita una qualche emozione verso la persona amata. Però vi sono molti casi in cui l'altra persona ha soltanto un desiderio di amore, o di avventura, oppure è attratta solo eroticamente, o inetellettualmente. Eppure l'altra persone non rifiuta l'amore che le viene dato.... già, perchè forse ne è giustamente lusingata. Ma ricambiare amore è qualcosa che viene da dentro, e questo è una cosa che da innamorato io lo sentivo. Lei si credeva innamorata, o forse lo diceva solo. In realtà l'unica cosa che posso capire, la posso trovare dalle mie esperienze stesse, o meglio, in tutte le volte che io ho "amato di riflesso", e quasi nessun capiva che io non ero completamente innamorato, una sorta di innamoramento squilibrato. E dopo aver incontrato un'emozione forte, durata per me più di un anno, dopo mesi e mesi di confusione, sembra quasi di tornare a riflettere amore, invece di amore che esce da entro, dal cuore, incondizionato. Io non so come fa la gente a sposarsi quando dentro di se sa che si è stabilito un profonfo affetto non dettato da un innamoramento, ma da questa sorta di amore squilibrato che è durato tantissimo tempo e continua a farlo durare... ?!?! ... forse abbiamo tutti paura di restare soli. tutto qua. E quando invece ci sono dei problemi? io da innamorato non ho mai avuto alternative, o lei o niente. Per l'altra persona i miei problemi erano solo i miei, in sostanza è come se mi avesse sempre detto: arrangiati! In tutto questo io ho sentito una grossa trasformazione, quasi in tutto. Forse faccio parte di quelle persone che arrichisce la propria vita di immaginario, ed allora più grande sarà la delusione provocata da qualsiasi emozione.
Ma io ero davvero così predisposto ad innamorarmi??? ed allora perchè non riesco più ad avere il coraggio di riprovare tutto?? ... la verità è che prima di innamorami mi sentivo profondamente male, desideravo ardentemente tutto quello che mi mancava, era il periodo della mia vita che non ero soddisfatto di ciò che avevo e di ciò che ero. La mia predispozione all'amore era praticamente quella, e non il mio desiderio cosciente d'amore, quello mai vissuto. Tutto era scaturito dalla impossibilità di trovare qualcosa che avesse senso nella mia esistenza quotidiana. Senso di nullità e vergogna, è stata la percezione di un vuoto davanti a me che mi ha fatto innamorare, un desiderio ardente di vivere ed allo stesso tempo il senso di non riuscire a far nulla che vale. Questa è la vera propensione a gettarsi nel tutto o nel niente che non possono provare coloro che sono soddisfatti. A me tutto iniziò con una delusione profonda, un cumulo di tante delusioni negate. Poi ti guardi attorno e vedi le altre persone felici, cominci a percepire la felicità degli altri, e più voglia hai di innamorarti e più la percepisci. E' come se subissi un torto, che se ci fosse negato qualcosa di importante, esclusi da questo mondo di desideri, i nostri desideri frustrati e tenuti a freno, inibiti, che premono come tensioni, spasimi imprigionati. Ti senti escluso da un mondo e da una vita di felicità che conosci attraverso gli altri. E' da tutto ciò che io sono stato trascinato da una sorta di innamoramento, tutto nella mia vita aveva un valore relativo perchè io volevo solo quello, è quello per me era al primo posto, prima dei miei sogni di sempre. Mi sono gettato nel mio più folle sogno con una persona forse mai conosciuta, una persona che si presentava dimostrandomi di capirmi, che è tutto possibile, a volte provocandomi... spingendomi in una strana direzione pur con una certa sfugevolezza, dal quale mi sentivo un po' attratto. Chiunque può far innamorare una persona che attende la chiamata se le fa udire la voce che la chiama per nome e le fa quasi capire che il suo tempo forse potrebbe essere venuto. Ma tutto questo è stato fatto in modo ingannevole. E chi è che lo fa? secondo il dottore dell'amore ci può essere qualcosa di più meschino di un semplicemente arricchimento della propria vita. Può essere il desiderio di successo o il desiderio di potere. L'amore da un enorme potere su chi ama e questo enorme potere può dar piacere perchè lusinga la vanità, perchè rende l'altro schiavo, disponibile, pronto ad ogni nostro cenno e ad ogni nostro desiderio. E che cosa succede dopo??' quando l'innamoramento è avviato?? E' il caso estremo dell'innamoramento unilaterale, reso spietato dall'inganno. Alla fine l'inganno viene smascherato. La persona non amata ad un certo punto si stanca, stanca delle prove d'amore, di sentirsi sempre chiedere "mi ami?". L'inganno è stato si scoperto. Eppure ciò non toglie nulla al grande dolore, alla perdita di chi ama veramente. Ora non riesco più ad innamorarmi di nuovo, perchè cerco forse un semplice arricchimento della mia vita, aggiungere qualcosa di meraviglioso in più... non lo so.
Ma perchè questo innamoramento ha inciso così profondamente sulla mia vita e anche quando c'è inganno l'amore resta vero e la ferita profonda?!?!?!?!?!
....ora mi vengono in mente solo le parole di un gruppo di facebook, riguardo la fiducia verso le persone che ti arrivano al cuore, senza poi rimanerci....

venerdì, luglio 24, 2009

C'è una idea della normalità ideale che è totalmente fondata sull'immaginario...

Parlare in una macchina davanti a un portone, fare colazione alle quattro e mezza del mattino con i cornetti caldi e il caffelatte, [...], detto alla Lorenzo Cherubini: "di notte le parole scorrono più lente però è molto più facile parlare con la gente, conoscere le storie, ognuna originale, sapere che nel mondo nessuno è normale. Ognuno avrà qualcosa che ti potrà insegnare, gente molto diversa di ogni colore."
Oggi è così diffusa questa idea. Questo mondo ci abitua da bambini di come dovrebbe essere la vita, la morale, la famiglia, ... ci fanno credere che esiste un mondo che è solo utopia, ma bisogna per forza crederci per migliorare le cose. Ci dicono e ci insegnano da bambini quello che dovrebbe essere, perchè forse è giusto così. Ci ritroviamo con la testa gonfiata di tanti concetti, moralismi, valori,... Tutti ci dicono per esempio quello che dovrebbe essere l'amore e l'amicizia. L'amore è qualcosa di magico, oppure tutti ci dobbiamo voler bene, e bla bla bla... tante belle cose, e non si potrebbe fare altrimenti se non dirle. Televisione e discorsi liturgici ci creano il nostro modello ideale. E poi cosa succede per chi esce fuori da questi modelli????... o per gente come me che a neanche 25 anni comincia ad assorbire discorsi dalla mamma sul matrimonio e sulla serietà??? sul sistemarsi e bla bla bla... mah. Siamo tutti pronti a giudicare, e sappiamo fare solo quello! E' la cosa che ci riesce meglio quando ci rendiamo conto che non ci resta da far quello per giustificare tutte le nostre incapacità forse, magari proprio su quello su cui giudichiamo. E' giusto se fai così! Ma così come? in base a quale modello di vita?? il modello di vita basato sulla felicità individuale? basato sulla felicitià degli altri? o sul quel famoso modello ideale??!... E poi veniamo a noi: ma esiste un amore normale? è così impossibile innamorarsi dell'assurdo??? oppure, è impossibile innamorarsi semplicemente in maniera assurda?? oppure è impossibile innamorarsi di un qualcosa che non esiste??? Dietro all'affermazioni dell'arte di amare non c'è altro che il "mito della favola" , quelle cose del tipo " e poi vissero tutti felici e contenti", l'illusione di una quotidianetà, una serenità e gioia che nessuno ha mai sperimentato. I teraupeti della famiglia e dell'amore hanno in mente soltanto quel "vivere felici e contenti", la favola promessa. Quanto poi in questa vita tutto ci è dato come un dono, e nulla ci è dovuto. Eppure io non me ne accorgo, ma continuo a diffondere e rinnovare questo mito. Eppure da cosa avrà mai origine questo mito?? Io mi sento una persona che non sopporta più la tensione dell'innamoramento, cerco di imbrigliarla subito, renderla gestibile trasformandola in pace e tranquillità. Ed è per questo che non riesco più a raggiungere quelll'intensità passionale di un tempo, o che forse non sono mai riuscito a vivere come avrei voluto. L'amore non è nelle nostre mani ma ci costringe a mutare, ed io non riesco a cambiare più, ne tanto meno i miei occhi. E' come se vivessi amori di riflesso, vivo ridando come uno specchio l'amore che mi da l'altra persona. Forse tutto fin troppo razionale per essere Amore.

giovedì, luglio 23, 2009

Quante cose ci stiamo perdendo in questo mondo?

Un violinista nella metropolitana. Una storia vera. Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia. Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare. Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento.

Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari.Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari.Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione del metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone.La domanda era: "In un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?".

"Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?".

Le persone vanno di fretta,.. ma fretta di andare dove? di fare cosa?... se alla fine la vita è fatto di momenti che non sappiamo riconoscere. Forse dobbiamo essere predisposti dalla condizione, dal contesto, per apprezzare le cose... eppure ogni momento della nostra vita potrebbe essere utile per divertirci, sorprenderci, apprezzare ed essere felici. non dobbiamo certamente aspettare una vacanza!

Ora, richiudete gli occhi e ascoltate nuovamente questo grande musicista per pochi secondi:


lunedì, luglio 20, 2009

Work and play well with the others

Randolph Frederick Pausch, professore di informatica all'Università di Pittsburgh (Pennsylvania) consapevole di stare morendo a causa di cancro al pancreas, tiene la sua ultima lezione dove non parla della morte ...
"Se vuoi realizzare i tuoi sogni, è meglio che giochi onestamente con gli altri.
Un consiglio che è difficile da seguire è dire la verità!
Seconda cosa: quando sbagli, chiedi scusa! una buona scusa è formata da tre parti: mi dispiace, era colpa mia, cosa posso fare per rimediare? ... la maggior parte della gente salta la terza parte, questo è quello che puoi chiamare sincerità.
l'ultima cosa è che tutti abbiamo gente o cose che non ci piacciono. Io non ho mai incontrato persone che sono totalmente cattive. Se aspetti a sufficienza ti mostreranno il loro lato buono, non puoi affrettare la cosa, ma puoi essere paziente"
Io sto ancora aspettando delle scuse che non arriveranno mai, soprattutto da una persona. Ma nel frattempo mi impegno a dare le mie...

Discernimento



Lo so che non è davvero facile parlare di discernimento, però è davvero da anni che mi interesso da vicino all'argomento. Ognuno di noi percorre un cammino interiore e personale che a molti porta alla propria Fede, al suo incontro con ciò che non possiamo conoscere in questa vita... e forse è proprio per questo che diventa una ricerca continua, un cammino che non si ferma, perchè qualora si dovesse fermare, finirebbe la vita stessa. E' spesso le difficoltà che incontriamo sono le opportunità di conoscere il bene, e stranamente una via per il conoscere il bene passa attraverso il male, ovvero conoscendo prima esso, subendolo, per poi uscirne. Il punto è che.... come se si fa a uscirne se non si riesce a riconoscerlo??... è forse qui che subentra il discernimento. In Campania sentiamo spesso parlare di padri carismatici, persone che hanno particolari "carismi dello Spirito Santo", ed io posso dire che personalmente conosco qualcuno a cui sono particolarmente legato, anche se si sente parlare sicuramente di quelli più famosi come Fra Modestino a San Giovanni Rotondo, Padre Roberto Basilico a Isernia, Don Michele Bianco a Torre le Nocelle (AV), ... Io ho il piacere di fare visita da un bel po' di tempo a Padre Roberto, e questi incontri negli anni si fanno sempre più frequenti, ogni volta che ne ho la possibilità. Ma comunque ho avuto la fortuna di incontare altri "carismatici" altrettanto straordinari. Innanzitutto, devo dire che il discernimento è uno dei più grandi misteri di Dio per noi uomini, e nel mio cammino personale è uno dei più grandi punti di forza della mia voglia di Dio, che passa attraverso la figura a noi nota di Gesù. Nessuno potrà mai metteri parole in bocca e pensieri in testa che non nascono dal nostro cuore, ovvero dal nostro dentro più profondo. Anzi, risultiamo quasi indispettiti da tutto ciò che non possiamo capire e che, soprattutto, altre persone, di religione e non, vogliono inculcarci non capendo che la conoscenza di Dio non viene mai dall'esterno, ma da dentro di noi, perchè c'è in ognuno di noi una parte dove lui vive, e che sta proprio a noi non sopprimerla. Probabilemente Gesù non è Colui che sta lì a spingerci contro la nostra volontà verso di lui, ma Colui che sta lì ad aspettarci, eternamente pronto ad aiutarci anche quando facciamo il peggiore dei mali, Lui cerca noi, ma alla fine siamo noi che andiamo da Lui, e questo lo facciamo soprattutto quando ci sentiamo bisognosi, quando stiamo male, quando chiediamo qualcosa. Andrè Louf, monaco trappista, ha svolto per trentacinque anni il ministero di abate di Mont-des-Cats, è una delle figure spirituali di maggiore autorevolezza nella chiesa dei nostri giorni, ed in suo libro sul discernimento dice che nel più profondo di ogni uomo si trova il "nous", che non si limita alla intelligenza o alla ragione, ma si identifica con il cuore profondo, lo spirito (dal latino "mens"). Il "nous" è il luogo di Dio in noi. La molteplicità dei desideri o delle volontà proprie si cristallizzano attorno al cuore in una specie di involucro opaco che oscura il desiderio di Dio ed impedisce di investire l'essere e di irradiarlo a partire dal suo centro. In pratica, le volontà proprie sono un impedimento all'ascolto del cuore, impediscono di raggiungere il riposo interiore, là dove dimora Dio ed il desiderio più profondo e autentico.

Ma ciò che io mi chiedo è: "Ma la volontà di Dio è qualcosa di doloroso??? "

... il cuore è diviso in innumerevoli desideri superficiali e la volontà dell'uomo è un muro di bronzo fra lui e Dio. La rinuncia della propria volontà per Louf è un modo perciò di scavalcare il muro. Quando uno ha completamente rinunciato alle volontà proprie, il desiderio che gli resta allora nel cuore coincide con la volontà di Dio. In definitiva per Louf, si muore al proprio Io superficiale, per per nascere all'Io vero.

Quante volte mi è capitato di cercare risposte altrove, magari proprio da persone come padre Roberto, quando la risposta l'avevo già nel mio cuore, ma non volevo abbandonare le mie volontà supeficiali. Gli stessi desideri che portano alla depressione ed esaurimento il mondo moderno.

In generale, discernimento lo si può definire come una particolare illuminazione che permette di giudicare la rettitudine delle parole e delle opere. La capacità di distinguere il bene e il male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Esso permette di cogliere la presenza del "vero Dio" in ogni situazione, o in una ispirazione, o in una preghiera. Noi possiamo anche chiedere ad altri ciò che è giusto, spesso ci rivolgiamo a falsi profeti, ma sta a noi stessi sviluppare il discernimento e ad ascoltare ciò che il nostro cuore dice essere giusto. A volte ci ritroviamo davanti a problemi del genere: Tacere o parlare? Come conciliare l'amore con la verità? La giustizia con la mitezza? Come portare a Dio il fratello che sembra volersi allontanare? Come fare certe correzioni senza inasprire gli animi e provocare reazioni peggiori? ... e vale anche per tutte quelle volte che no riusciamo a compiere scelte in amore, con una ragazza o con un ragazzo...

sabato, luglio 04, 2009

Se hai un sogno, proteggilo! - alla ricerca della felicità...

"Ehi non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, neanche a me! Ok? Se hai un sogno tu, lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non lo sai fare. Se hai un sogno inseguilo. Punto!"





E' un film considerato un film drammatico, ma non penso che ha un finale drammatico. Non è tanto per la bellezza o no del film, perchè è effettivamente triste, però il riflesso di una società, in questo caso quella americana dove si vedono bandiere a stelle e strisce dapertutto, dichiarazioni di principi, ecc..., quella di un paese che rappresenta un po' il futuro per gli altri, un mondo dove sei abbandonato al tuo destino, dove se non hai soldi nemmeno la sanità ed una ambulanza ti viene a raccogliere in mezzo ad una via (e questo in Italia ancora non avviene, e non penso che avverrà), dove morale ed etica si mischiano anch'essi nel mondo delle assicurazioni, del mercato, dei valori invisibili, .... nello stesso tempo resta il concetto della terra delle occasioni, delle opportunità,... insomma, quel concetto quasi del "chi vuole può". In fondo la vita è anche una favola...

"Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla Dichiarazione di Indipendenza, quando parla del nostro diritto "alla felicità, libertà",... "e ricerca della felicità". E ricordo d'aver pensato: "Come sapeva di dover usare la parola'Ricercà"? Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire... e che forse non riusciremo mai a raggiungere,... qualunque cosa facciamo. Come faceva a saperlo?"

"La ricerca della felicità" di Louis Malle

giovedì, luglio 02, 2009

Che cos'è la verità?

Esite un libro scritto da una persona non molto conosciuta, un giornalista britannico che si definisce cattolico, un libro di quelli che trovi negli scaffali in fondo alla Mondandori del centro commerciale Campania a Caserta, perdendo un po' di tempo a zonzo... Praticamente si parla del processo più rilevante della storia mondiale. Infatti, se la nascita di Gesù è il punto di partenza di tutta la storia reale, allora si può dire senza smentite che la sua morte lo fu ancora di più. Io ho vissuto esperienze della mia vita, soprattutto una lunga esperienza sentimentale, ma non solo, esasperando la ricerca di una verità nei rapporti con le persone, la verità dei cuori, un cammino verso la comprensione più in generale. "Che cos'è la verità? Chiese per scherzo Pilato, senza nemmeno attendere la risposta". E' questo un appunto chiave all'inizio di un capitolo che mi ha dato lo spunto, o una risposta, anche se tutte le risposte si concretizzano quasi sempre in ricerche. Credo che quindi sulla verità si trova un po’ d'ironia , a partire da Pilato, insomma, cioè lui dice chiaramente: ‘Che cos’è la verità?’, in maniera molto ironica; poi lo riprende nella modernità Francois Bacon (Francesco Bacone) dicendo che (on Truth) una volta Pilato chiese: ‘Che cos’è la verità’ per scherzo (secondo Bacon) e non aspettò la risposta, che appunto non è mai arrivata. E tutta questa sorta di irrisione della domanda stessa, e non è una cosa che ha inventato Nietzsche, per intendersi, che ad un certo punto ha detto: ‘il mondo vero è diventato favola’. Sotto la pressione dell’opinione pubblica Pilato incarna, allora, un atteggiamento che sembra dominare nei nostri giorni, quello dell’indifferenza, del disinteresse, della convenienza personale. Per quieto vivere e per proprio vantaggio, non si esita a calpestare verità e giustizia. Veramente l’indifferenza è la morte lenta della vera umanità. L’esito è nella scelta finale di Pilato. Gesù, che è uno dei piccoli della terra, senza poter emettere una parola, è soffocato dalla rete dell’ingiustizia. E come spesso facciamo anche noi, Pilato guarda dall’altra parte, se ne lava le mani e come alibi lancia - secondo l’evangelista Giovanni (Gv 18,38) - l’eterna domanda tipica di ogni scetticismo e di ogni relativismo etico: «Che cos’è mai la verità?».

lunedì, giugno 29, 2009

Ma l'amore che cos'è?

Lo diceva anche Luca Carboni, ... ma l'amore che cos'è? l'eterna domanda. "Ho bisogno di vederti, di vederti e di toccarti, ho già fretta di infilarmi nel tuo cuore. No, no! non hai capito. Non ho detto di spogliarti, io ci voglio entrare adesso anche se sei vestita"... " Voglio entrare nella tua vita dimmi a cosa stai pensando vedi com'è bella la vita anche solo per un momento... [...], ... Ma l'amore che cos'è? bravo chi lo sa capire ... ma l'amore cosa fa? so solo che mi fa morire". Non c'è da capire, non avrebbe senso più di tanto, perchè sarebbe impossibile. Ma avete mai visto il film di Joe Black? si, Vi presento Joe Black, quando Anthony Hopkins oramai già visitato dall'angelo della morte, dopo una vita di successi, parla alla figlia su un elicottero; proprio nella consapevolezza della fine della sua vita che comincia a capire di più la vita stessa, comincia a capire cosa è importante, comincia a parlare alla figlia:

- "voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu ti elevi, che canti con rampimento e danzi ..."

- ... "ah, ed è tutto qua?!"

- "si,.. abbi una felicità delirante! o almeno non respingerla"

- " vabbene. Abbi una felicità delirante. Vedrò. Vedrò di fare il possibile."

- ..." uhm, lo so che ti suona smielato. Ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico, buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera. ...Come trovarlo??.. beh!?! ... dimentica il cervello ed ascolta il cuore. Ed io non sento il tuo cuore. Perchè la verità tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente... beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare, perchè se non hai tentato non hai mai vissuto".

- " BRAVO!!!"

- "Ah?! sei una dura!?!"

- " scusami, d'accordo. Ok, dimmelo di nuovo. Ma stavolta nella versione breve."

- "vabbene. Non respingere 'chi lo sa? esiste il colpo di fulmine?' ... "

- "hhh"

- "hhh, si"

- "si"

E' un gran bel film, penso. E non è un caso se perdo tempo a trascrivere queste battute...



lunedì, giugno 15, 2009

C'è qualcosa di magico!

Uno scrittore generalmente è prima un pensatore. Più pensa e più cose scrive, e probabilmente più voglia ha di scrivere. Più pensa e più pensieri ha. Più pensieri ha e più è difficile fare un discernimento stesso dei suoi pensieri, riorganizzare questa moltitudine instabile di emozioni, cercare di spiegare qualcosa che materiale non è. C'è chi vede la vita nella sua normalità, pur non sapendo cos'è la normalità, come se tutto fosse così banale. Poi c'è chi vede la vita dall'altra parte, come se tutta la vita fosse un miracolo. Ed allora ditemi, cos'è la magia??? ... cos'è che è magico?? E' forse l'impossibilità di arrivare ad un qualcosa che all'improvviso diventa realtà? Ma qual'è la realtà che conosciamo noi? Eppure c'è qualcosa di magico quando torniamo in macchina ascoltando la radio con il finestrino aperto godendo a pieno le prime serate estive, quando torni verso Napoli già illuminata sul mare, quando hai appena accompagnato una persona, una ragazza, che hai voglia di rivedere.... Senti la magia delle luci sulle colline, riesci a percepire anche la brezza che arriva dal lontano mare, senti tutto... senti che dopo un periodo che vedevi tutto nero ti senti più fortunato del dovuto. C'è qualcosa di magico nell'aria estiva,nella stagione calda. Ma allora ditemi che cos'è la magia!?! ... quando vedi la bellezza del Vesuvio che si erge dal mare dalle lontane colline vulcaniche flegree, dalla baia che sa di fuoco. Cosa c'è di più magico di vedere un isola al tramonto? di stare insieme una persona che ti vuole bene?... allora io voglio davero sapere chi sa spiegarmi il miracolo della vita, perchè noi siamo morti quando non percepiamo più il miracolo di un'alba, quando non riusciamo più a sentire l'odore del mare ed il suono dei gabbiani. C'è qualcosa di magico nell'apprezzare il creato. C'è qualcosa di magico nei miei occhi quando sento davvero che qualcosa sta cambiando nella mia vita. Sia una persona o un avvenimento. La magia è un'emozione che riscalda il cuore, sono i nostri occhi che riescono a vedere ciò che gli altri non vedono. La persona più magica del mondo è vissuta 2000 anni fa, e l'hanno torturato e ammazzato, ma a noi non sono arrivate solo le sue parole, ma anche la magia del suo insegnamento. Il brutto ci rende materiali e terreni, ci distacca dal magico. Il bello ci rende sensibili al nostro mondo. C'è qualcosa di magico laddove noi lo sentiamo. C'è qualcosa di magico nell'aria che respiriamo, quando respiriamo amore per una persona o felicità per un traguardo raggiunto nella nostra vita. Allora cos'è la magia??! è raggiungere l'impossibile?... ma cosa è impossibile?... un miracolo è la materializzazione di un nostro desiderio? è l'esaudimento di una nostra richiesta?... Stanotte le stelle brillano di più nei miei occhi, ed a me il motivo non importa, so solo che se mi hanno rattristito i momenti brutti, io adesso mi godo i momenti belli. Non è pazzia. E' consapevolezza della vita. C'è qualcosa di magico.....


venerdì, maggio 29, 2009

Cosa significa morire??


Lo so che sembra buffo, ma io sono un fan di Ornella Vanoni, la sua voce è per me ammaliante e ipnotica, ... non lo so spiegare, e le sue canzoni acquistano sempre un fascino dalla sua interpretazione (al di là del fatto se le ha scritte il maestro Califano o no....)... ed in fondo in più di una canzone lei ha cantato che "bisogna un po' morire per poter vivere"... si tratta della classica accezione di morte intesa come possibilità di rinascita interiore.... ma ovviamente tutto questo in un contesto cristiano assume un valore ultraterreno, c'è un ribaltamento, .... oltre la morte, la vita insomma! A volte mi stupisce come la cristianità ortodossa sia così vicina a noi, e di come dia ancora più importanza a questo concetto (vedere libro di Kallistos Ware, lvescovo greco-ortodosso, libro letto spesso anche dai ragazzi cattolici che hanno appena finito il seminario). Kallistos, nel suo libro, da un terzo ruolo alla morte, come una separazione che alla fine separazione non è. Tutto ciò che vive è una forma di morte; noi moriamo in continuazione. Ma in questa esperienza quotidiana della morte, ogni morte è seguita da una rinascita: ogni morte è anche una forma di vita... tutta la nostra vita si compone di unas erie di "piccole" morti e nascite... un modello identificato anche nella notte che si alterna al giorno. A più riprese, qualche cosa di noi deve morire affinchè possiamo passare alla tappa seguente della vita. E queste transizioni, possono portare delle vere e proprie crisi, talvola anche molto dolorose, così dolorose che noi, in un dato momento, rifiutiamo questa necessità di morire, ed allora non ci è possibile uno sviluppo che ci consenta di diventare persone autentiche. E' davero bella una frase che scrisse George MacDonald nel suo romanzo Lilith, " voi sarete morti finchè rifiuterete di morire". La morte del vecchio che fa emergere il nuovo. Diventare adulti è una forma di morte, così come l'esperienza del partire, la separazione da luoghi e persone, ... (detto alla francese, partir, c'est mourir un peu). Questo significa crescere, ma per fare tutto questo ci vuole davvero tanto coraggio! ... ed allora è così che ci aggrappiamo all'antico rifiutando il nuovo... Dopo una mia tragedia sentimentale, mi è risaltata agli occhi delle parole scritte da Cecil Day Lewis (scritte nel libro "Riconoscete Cristo in voi?"), "il delinearsi di una personalità incomincia con una partenza, ed abbandonando la presa che si dimostra di amare"... già, mi sn sempre chiesto il significato di queste ultime parole: abbandonando la presa che si dimostra di amare. Sono sincero, penso si non aver appreso ancora a pieno questo significato. Lo scacco in amore è spesso l'inizio della maturazione nei ragazzi più giovani, ma anche il lutto, la perdita di qualcuno amato, implica una morte nel cuore di colui che rimane, come se una parte di noi non ci fosse più, come se ci avessero amputato un arto. Affrontare il dolore e accettarlo rende ciascuno di noi più autenticamente vivo di prima. La morte, alla fine, non mira alla distruzione, ma alla creazione, per noi fedeli addirittura resurrezione, parchè la morte che sopraggiunge alla fine della vita terrena è dello stesso ordine, che assume un signiicato pieno nella vita, morte e resurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo. La nostra storia personale deve essere compresa alla luce della sua storia, la morte del Cristo è una morte "creatrice di vita".

martedì, maggio 19, 2009

Dilemma del Prigioniero


Come spiegare l'emergere di comportamenti cooperativi??... per dei semplici studenti di economia è davvero una banalità studiare il dilemma del prigioniero, ma se lo studiano, significa che forse sta alla base di tante cose, discipline e non (non a caso, la teoria dei giochi nelle facoltà di economia è fondamentale per lo studio degli agenti di mercato ed utilizza alcuni modelli che descrivono i comportamenti di soggetti in condizioni di incertezza o con incompletezza informativa). La Teoria dei Giochi è una disciplina di studio che ha come oggetto il problema dell'interdipendenza tra i soggetti partecipanti ad un "gioco", sia inteso in senso stretto come gioco di società, sia in senso lato come un negoziato politico, una strategia di mercato, un piano di battaglia. Secondo i limiti della categoria del self interest, il comportamento degli esseri umani seguirebbe due logiche: comportamenti ispirati da un orientamento cooperativo e comportamenti ispirati da un orientamento competitivo. Nelle realtà sociali complesse la compresenza di tipi motivazionali differenti rende possibile ogni esito dell'interazione tra gli individui. Come è possibile allora fare emergere la cooperazione facendo leva sulle strutture motivazionali individuali??...

Perchè gli individui persistono ad assumere comportametni scorretti? ... nella società si innescano dei meccanismi di interdipendenza tra i diversi agenti ed è necessario che si formi un meccanismo che "segnali" ad ogni individuo ciò che gli altri membri della comunità si aspettano da lui, ciò che egli può aspettarsi dagli altri, le ricompense e le sanzioni che si ottengono nel caso in cui i comportamenti sono coerenti con le aspettative e viceversa... per evidenziare il contrasto tra razionalità individuale e colletiva, viene riportato in forma di gioco il dilemma del prigioniero, dove abbiamo due prigionieri, ma non ci sono prove sufficienti per trattenere i 2 complici. Vengono interrogati separatamente e viene loro proposto di denunciare il complice; se nessuno denuncia l'altro, entrambi verranno trattenuti fino al tempo massimo stabilito dalla legge, ma se uno solo dei due denuncia l'altro, colui che ha collaborato verrà rilasciato mentre l'altro verrà condannato al massimo della pena. Se i due, però, si denunciano a vicenda, verranno entrambi condannati ma, poichè hanno collaborato con la giustizia, riceveranno uno sconto della pena. Il dilemma in sè, anche se usa l'esempio dei due prigionieri per spiegare il fenomeno, può descrivere altrettanto bene la corsa agli armamenti, proprio degli anni '50, da parte di USA e URSS (i due prigionieri) durante la guerra fredda.
L'esito più vantaggioso sembrerebbe denunciare il complice, ma il che comporta una condanna per entrambi (da premettere che uno non sa cosa farà l'altro), il che significa che il risultato sarebbe peggiore di quello ottenuto in caso di comportamento omertoso (cioè, se nessuno dei due avesse confessato, uscendo dopo il tempo massimo stabilito dalla legge). Da questo emerge che il comportamento opportunistico ed egoistico spinge la società ad ottenere il massimo in termine di benessere individuale ma condurrà ad un risultato collettivo peggiore... e non è una cosa stupida, perchè in pratica se le persone tutte cooperassero il risultato individuale sarebbe incredibilmente maggiore rispetto ai singoli comportamenti egoistici. In sè forse non si è detto nulla di nuovo per molti, ma il dilemma del prigioniero ha causato interesse come esempio di gioco in cui l'assioma di razionalità pare apparentemente fallire, prescrivendo un'azione che procura più danno ad entrambi i contendenti della scelta alternativa (non confessa, non confessa). Non è certamente facile trovare una soluzione al gioco, bisogna chidersi se è possibile che non esista alcuna conclusione logica che permetta al prigioniero di sperare di non rimanere in prigione ... La miglior strategia di questo gioco non cooperativo è (confessa, confessa). Per ognuno dei due lo scopo è infatti di minimizzare la propria condanna; eppure sembra che non ci sia una soluzione razionale al bene comune.
Per i giocatori il migliore dei mondi possibili è quello di vivere in un mondo pulito (immaginiamo che giochino un numero N di giocatori abbastanza grande da far si che il comportamento del singolo influisca molto poco sul risultato finale)... le soluzioni del problema si ritrovano in evoluzioni più complesse del gioco stesso....

mercoledì, maggio 13, 2009

L'importanza dell'istruzione

Tempo fa, per fare pratica d'inglese, ho spulciato nella libreria tra le colonne di DVD di mio padre, ... nell'indecisione totale, tra film belli ma stravisti e film da offerte 3x2 da supermercato a 4,99 euro, ... mi sono spuntati agli occhi 2 o 3 dvd... Ho letto "IRIS: un Amore vero". Dal titolo smielato mi stava venendo una sorta di dolore diabetico... poi ho pensato, ..."beh, però una dose di drammaticità amorosa ci sta tutta così come sto messo sto periodo, cioè sentimentalmente afflitto...", e siamo andati per Iris! Ovviamente all'inizio è stata una tragedia con l'inglese, però ho scoperto che molti concetti in inglese rendono veramente bene, soprattutto se detti in lingua originale da una scrittrice inglese famosissima, ma quasi per nulla in Italia (non è che a noi mancano scrittori in effetti... anzi). Io ho provato a tradurre, perchè la versione italiana era un po' diversa, e ne è uscito più o meno questo. innanzitutto all'inizio del film c'è un discorso fatto da un Iris Murdoch anziana, prima che la colpisse la malattia, sull'importanza dell'Istruzione: "Non è l'istruzione che ci rende felici, nè la libertà. Non diventiamo felici perchè siamo liberi, se lo siamo, o perchè siamo stati istruiti, se lo siamo stati, ma perchè l'istruzione può essere il mezzo con il quale capiamo che siamo felici. Apre i nostri occhi, le nostre orecchie, ci dice dove si celano le delize, ci convince che c' una sola libertà veramente importante: quella della mente. Ci dà la sicurezza e la fiducia di percorrere il sentiero che la mente istruita ci offre... "


Poi, alla fine di questo discorso, in presenza del marito anziano, comincia a cantare davanti una folla una canzone: "Gli parlerò del mio amore, dell'adorazione della mia anima, e penso che mi sentirà e non mi manderà via. E' questo che dà alla mia anima tutta la sua gioisa esaltazione e sento le dolci allodole cantare nell'aria chiara del mattino..."
Una delle sue frasi più belle (anche se di aforismi suoi se ne trovano tantissimi) è quando, ancora studentessa all'università, "L'amore insoddisfatto si preoccupa di capire, mentre l'amore vero non ha queste necessità. Una volta riconosciuto ha lo stampo dell'indubitabilità". parole sacrosante, eppure non ci arrendiamo mai alla veridicità di queste parole...
Iris Murdoch, personalità di grandissimo rilievo nel mondo accademico e letterario internazionale, è deceduta a Oxford nel 1999 per un terribile Alzaimer, proprio lei fu olpita di una malattia che colpì il suo complesso mondo interiore....


Una cosa però mi ha lasciato un po' perplesso, una cosa che io ho un po' interpretato a modo mio, ma chiedo delucidazioni ad animi più riflessivi, quando dice: "C'è qualcosa di ambiguo del descrivere i sentimenti delle persone. Pur essendo accurati, il linguaggio non basta, anzi, generà falsità. Quando affermiamo la verità le parole sono sufficienti. Quasi tutto, tranne cose come:" mi passi la salsa?". E' una specie di bugia, il che vale anche pper ciò che ho detto. Quindi... mi passi la salsa??"...


Mah,... lascio irrisolto tutt ciò...




domenica, aprile 26, 2009

Piaceri...

Brecht ha messo in fila le cose che gli piacciono nella poesia, ed è un bel modo per capire grosso modo di cosa siamo fatti. Io, ho cercato di fare la stessa cosa, ma sono sicuro che dopo che l'avrò scritto mi verrà in mente tutto ciò che ho mancato di scrivere...

  1. svegliarmi la mattina con un raggio di sole che trapassa per la finestra
  2. guardare il mare di primo mattino in primavera su un terrazzo con una tazza di caffe in mano
  3. incrociare per la strada quella persona che pensavi non avresti mai più visto
  4. il tuo migliore amico che ti dà l'ennesima dimostrazione di volerti il bene
  5. il giro in bicicletta per le campagne la domenica mattina ascoltando Tiziano Ferro
  6. Rivedere i tuoi vecchi album fotografici ricordando tutte le promesse rotte
  7. una giornata passata in barca all'isola si Procida a ciel sereno dopo tante piogge
  8. il profumo della terra bagnata di aprile, ascoltando il rumore della pioggia fermi dentro una macchina spenta
  9. farsi un bagno caldo dopo una giornata di lavoro e di sacrifici per poi vestirsi per mangiare una pizza con gli amici di sempre
  10. rimpatriarsi con tutta la famiglia facendo finta che ci siamo voluti tutti sempre bene...
    sentire il fischio finale dell'abitro subito dopo che Del Piero ha segnato il 2 a zero alla Germania ai mondiali uscendo e festeggiando con persone che non hai mai visto in vita tua
  11. stare per più di mezz'ora seduta al tavolo di un bar estivo pur consumando solo un misero caffè, che alla fine forsa manco lo bevi....
  12. guardare una ragazza per la prima volta, e sognare che forse finalmente potrebbe essere la volta buona della tua vita....

P.S.: non me ne voglia nessuno se ho mancato cose importanti, sono le cose uscite di primo acchitto.

giovedì, aprile 16, 2009

Mi chiamo Matteo .... , ho 33 anni, ...l’8 settembre di un anno e mezzo fa ...praticamente la mia memoria si è cancellata completamente [....]

Si chiama Amnesia retrograda, ovvero la perdita di memoria per eventi accaduti prima della causa, ma completa lucidità per tutto ciò che è successo in seguito... essa può sopraggiungere in seguito ad un trauma cerebrale, oppure potrebbe scaturire da esperienze negative avvenute durante l'infanzia. Altre cause sono l'ipossia, disturbi derivanti dall'assunzione di elevate quantità di alcool, ... è un po' come un ragazzo che si sveglia da un coma durato 15 anni e, oramai trentenne, vede il mondo con gli occhi di un teeneger... , insomma, “vedere le cose per la prima volta”, ragionare su come comportarsi in alcune occasioni, stupirsi per cose che “noi” consideriamo scontate, immedisimarsi in uno “smemorato” e guardare il mondo come “un bambino” di fronte a qualcosa di sconosciuto ma intrigante. Quindi vive come l’uomo che cadde sulla terra: reimparando il mondo, le relazioni con gli altri, etc. e capire che
c’è una vita nelle tasche, la nostra, quella che abbiamo lasciato anni prima. Perciò immaginate cosa significhi per uno che non ricorda nulla prima di un anno fa indossare una giacca o un paio di pantaloni e trovarci, una lista della spesa, la ricevuta di un albergo o il biglietto di un cinema e sono le tracce che invece che svanire infiliamo in tasca e rimangono a futura memoria. E' una caccia al tesoro nei vestiti della nostra vita. Forse si ha a che fare con una sorta di quelli che chiamano déjà vu, cioè quegli istanti in cui ci sembra di rivivere un momento che abbiamo già vissuto. Oppure di vivere una sorta di seconda vita, come direbbe Jorge Luis Borges : "
Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita,nella prossima cercherei di fare più errori,non cercherei di essere tanto perfetto,mi negherei di più,sarei meno serio di quanto sono stato, ... correrei più rischi,farei più viaggi,guarderei più tramonti,salirei più montagne,nuoterei più fiumi,andrei in posti dove mai sono andato,mangerei più gelati e meno fave,avrei più problemi reali e meno immaginari [...]" .

La memoria è la tradizione delle nostre esperienze, e così come la tradizione è la trasmissione del patrimonio culturale, allo stesso modo la mente consegna al corpo chi noi siamo attraverso i ricordi del nostro personale passato. Un’amnesia è paragonabile alla volontà del corpo di rompere con la tradizione di noi stessi, come se il corpo ad un certo punto giudicasse inutile il bagaglio che ci portiamo dentro quasi si fosse trasformato in un fardello, e in un attimo puff... ripartiamo da zero, senza radici, senza tradizioni, senza storia....

...o forse no.

...forse la storia ci rimane addosso, perchè forse quella roba lì c’è sempre e fa sì che noi siamo così. Non si ha paura di dimenticare, o perdere il contatto con chi eravamo un giorno, quando sentiamo quello che siamo tutti i giorni. CREDERE che può esistere un altro modo di guardare la realtà, scoprendola giorno per giorno, vedendola per la prima volta, e la vediamo da occhi diversi .

Quindi cominciate a raccontare tutti i giorni ciò che si scopre per la prima volta, ... "Una mattina di qualche mese fa ci sono entrato, e un ragazzo dietro al bancone mi ha detto:“Ciao Matteo.Il solito?”È bello per uno che non ricorda nulla sapere di avere avuto “il solito”.E’ strano sapere che avevi delle abitudini che ora non hai più.Le abitudini sono quasi tutto ciò che hai (quasi tutto).Sono il segno che mantieni le tue promesse al mondo.“Io sono così e te lo dimostro con quello che faccio e ripeto tutti i giorni”. La prima mattina che mi sono svegliato a casa mia dopo l’amnesia, prima di uscire dalla porta ho aperto un cassetto, ho preso un fazzoletto di stoffa e me lo sono infilato in tasca. Così, senza pensarci.Senza sapere che avevo dei fazzoletti di stoffa nel cassetto. Senza sapere se lo avevo mai fatto.Era un fazzoletto, era di stoffa e dovevo tenermelo in tasca. Avevo promesso che avrei avuto sempre un fazzoletto di stoffa in tasca"...

... e quindi raccontando scopriamo e capiamo cose di noi, sul nostro lavoro, sulla nostra famiglia , ogni giorno cerchiamo di scoprire e capire cose del mondo, cose minute, piccole.

“Non so se qualcuno si ricorda di me, io no.”

... però mi sto conoscendo


sabato, marzo 28, 2009

Angeli




Il mondo degli Angeli mi ha sempre affascinato, sono andato alla continua ricerca di tutto ciò che riguardasse loro, ma spesso si è rivelato un compito assai arduo,... soprattutto perchè si sono appropriati della loro affascinante immagine altri mondi, come quello pagano... Ed è diventato difficile per me distinguere ciò che sono da quello che non sono. In effetti pochi si sbilanciano su un argomento apparentemente astratto, e poco definibile. Eppure sono la chiara espressione dell'invisibilità dell'essenziale ai nostri occhi (detto in maniera romanzesca stile "Il Piccolo Principe") e non posso certo stare qua a gettare parole che già si sanno. Finalmente sono riuscito a trovare qualcosa, tra gli insegnamenti segreti di Gesù, che non vanno ad impastarsi col fango della fantasia materiale. Noi contrapponiamo un mondo terreno ad un mondo celeste, in un continuo tentativo di ascesa verso Esso, siamo caduti in questo mondo terreno e ricerchiamo la nostra origine, attraverso la retta conoscenza dell'origine divina dello spirito umano (alcuni chiamerebbero ciò anche "gnosi"). Lo spirito di noi umani si torva dunque a a dimorare fuori dal proprio ambito naturale, cioè quando viene circondato da ciò che è materiale, cercando di fuggire dalla perversione del dualismo presente nel mondo. Per agevolare o riuscire a realizzare questo processo di liberazione, il mondo superiore invia un redentore-messangero. Costui, essere spirituale per eccellenza, è un po' come il partner celeste di tutti quanti gli spiriti degli uomini, che si trovano prigionieri della materia. Egli discende dai cieli quale inviato dalla divinità, per portare la redenzione agli spiriti, che altro non sono che scintille divine rinchiuse nel carcere dei corpi. Con la propria rivelazione, egli per prima cosa rammenta loro da dove predano (ossia il mondo celeste), riuscendo nello scopo di svegliarti da quello stato di sonno, di profondo e prolungato sopore della coscienza prodotto dalla materia, in cui si trovano immersi; quindi indica loro i mezzi (come l'ascesi, il distacco dalle cose, e altri ancora) attraverso cui fare ritorno a quel luogo cui hanno la loro origine. Tutto ciò fa parte già del mondo iranico, prima dell'era cristiana.

martedì, marzo 24, 2009

E se Dio fosse uno di noi...

Allora, cerchiamo di partire dal testo della Osbourne, che a me piace molto, partendo da semplici riflessioni, del tipo, se Dio avesse un nome, quale dovrebbe essere?? ... e lo pronunceresti davanti a Lui?? ... se tu fossi di fronte a Lui e a tutta la sua gloria, cosa gli chiederesti se avessi una sola domanda?? ... Dio è grande e meraviglioso, e se fosse uno di noi?... semplicemente uno sciattone come uno di noi, semplicemente uno straniero sul bus che cerca di ritrovare la strada di casa. E se Dio avesse una faccia, come dovrebbe essere??' E tu Lo vorresti vedere? se vedere significa credere cose come il paradiso, Gesù, i Santi, tutti i profeti e.. Cosa sarebbe se Dio fosse uno di noi? Semplicemente uno sciattone come uno di noi, uno straniero sul bus che cerca di ritrovare la strada di casa, indietro verso il paradiso tutto solo e nessuno che Lo sta chiamando al telefono, tranne forse il Papa a Roma....





Passando anche per Eugenio Finardi ci chiederemo e se Lui fosse qui seduto in fronte a te? Diresti sempre si o chiederesti: "Perché mai ci hai messi qui , con tutte queste illusioni e tentazioni e delusioni"? E se Dio fosse uno di noi ,solo e perso come noi, anche Lui con i Suoi guai, nessuno che Io chiama mai solo per dire: Come stai?'
E invece chiedono attenzioni di far miracoli e perdoni, oppure dare assoluzioni. Nessuno che Lo chiama mai solo per dire: "Come stai?"







venerdì, marzo 20, 2009

Gesù, le donne e la sessualità

Ho sempre ribadito in questo blog la mia ricerca circa riferimenti sull'amore nel Cattolicesimo... in realtà è un'impresa davvero ardua, perchè il principio di tutto il Cristianesimo è il nostro Signore Gesù. E' semplice, non esistono altre fonti che non sia Lui. Nei Vangeli diciamo "canonici" non si può trovare molto, ma riguardo la vita di Gesù abbiamo molte informazioni nei Vangeli "apocrifi" che non posso spiegare in questa sede, ad ogni modo devo fare la premessa di non aver capito perchè non siano canonici (pur presentando versioni diverse degli stessi fatti, non fanno altro che rafforzare la magnificienza della Cristianità vista da occhi diversi....)... Probabilmente la figura femminile molto vicina a Gesù era Maria Maddalena, anche se in realtà Gesù trascorse la sua vita pubblica circondato di donne. Addiritture Egli la considerva una discepola prediletta, era sempre lì a fare domande a Gesù, quasi togliendo spazio agli altri discepoli e per questo a volte Simon Pietro era infastidito, tanto che una volta Levi disse:" Pietro, hai sempre collera al tuo fianco, e anche adesso discuti con questa donna opponendoti a lei. Se il Salvatore l'ha giudicata degna, chi sei tu per disprezzarla? Puoi protestare finchè vuoi, ma resta vero e chiarissimo che lui l'ha amata". ... Questi episodi ci rivelano che Gesù era molto positivo verso le donne...
Ci sono alcuni testi che ci presentano un Gesù chiaramente avverso (o almeno assai tiepido) nei riguardi del sesso e del matrimonio. Un po' in tutti gli aspetti della vita del Maestro, ciascun discepolo sperimentavano il fatto di avere percezioni differenti ricondotta alla specifica capacità di ciascun soggetto di captare il miserto del Nazareno. C'è un visione di gesù che non solo si astiene dal sesso, ma disprezza in linea di principio il matrimonio... Si narra in una occasione, Salomè, una delle donne che erano solite seguirlo nei suoi spostamenti, domandò a Gesù:" fino a quando resterà in vigore la morte?" e Gesù a lei " finchè voi donne continuerete a concepire e a dare alla luce. Sappi che sono venuto per distruggere le opere della donna, ossia la concupiscenza, e tutto quelvche ne deriva, vale a dire la generazione e la susseguente corruzione". Malgrado la durezza delle sue parole, Gesù non arrivo mai a proibire il matrimonio... sempre a Salomè che continuava ad interrogarLo circa la fine fine di questo mondo e la venuta dell'altro Gesù rispose:"Ciò accadrà quando calpesterai la veste della vergogna, e quando i due, l'uomo e la donna, saranno una cosa sola; e il maschio assieme alla femmina, non saranno nè maschio nè femmina". in pratica, in cielo, la differenza sessuale avrà persò il suo significato. C'è quindi un immaginario antisessuale di Gesù, ma anche quando Pietro chiede a Gesù di mandare via Maria Maddalena perchè le donne non sono degne della vita, Egli replica: " Lasciala in pace. E tuttavia, vedrai, io la prenderò e la renderò uomo. Ed ella sarà uno spirito vivente simile a voi uomini. Non ci sarà infatti donna che si faccia uomo che non entrerà nel Regno dei Cieli". Solo attraverso all'accettazione della conoscenza che gesù èporta, il suo spirito si farà "maschio" . L' "androgino" del mondo celeste risulta dall'unione spirituale dei 2 spiriti, il maschile e il femminile, c'è un superamento totale della sfera del sesso. In realtà ci sono molti altri riferimenti di parole di Gesù sul matrimonio, soprattutto nel Vangelo di Filippo riguardo la figura di Maria di Magdala... da nessuna parte si trovano testimonianze su falsità come la presunta omosessualità o rapporti intimi con altre donne o con la Maddalena stessa (che viene a volte citata come "compagna" di Gesù, ma ciò non significa altro che lei era una delle interlocutrici preferite di Gesù, ben lontani da pensare ad altro per un semplice aggettivo). C'erano 3 donne che andavano sempre con il Signore: sua Madre, Maria, sua sorella e la Maddalena, detta pure sua compagna (Maria, dunque, è il nome di sua Madre, della sorella della Madre e di Maria Maddalena). Il vangelo di Filippo appartiene invece al corpus degli scritti valentiniani che si distinguono proprio per la valutazione positiva data al matrimonio che però comunque non è considerato in se stesso ma piuttosto come segno e prefigurazionevdel connubio celeste.

P.S.: Per gli interessati posso approfondire molto di più.