sabato, agosto 22, 2009

Quando Gesù incontrò un cieco

Nel corso di un sabato, Gesù era in città e si diffondeva rapidamente la voce della sua presenza a Gerusalemme. Un cieco uscito da un vicolo incrociò barcollante la sua strada.
Uno dei discepoli gli pose la domanda:"Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perch egli nascesse cieco?".
Gesù rispose:" Nè lui ha peccato nè i suoi genitori, ma è così perchè si manifestaseero in lui le opere di Dio".
Poi si inginocchiò e sputò sulla terra che impastò in due pallottoline. Alzandosi le pose sugli occhi del cieco e ordinò all'uomo di andare alla piscina di Siloe e di ripulirsi dal fango. Fin dai tempi di Re Davide, la piscina di Siloe forniva le acque consacrate per le cerimonie del Tempio nessuno avrebbe potuto farne uso senza il previo permesso del sommo sacerdote. [...]
Cosa ha di importante questo avvenimento?...in fondo è anche molto conosciuto, ma quando l'ho riletto mi ha destato molta attenzione soprattutto la domanda dei discepoli, i discepoli che poi rappresentano il nostro esempio. Nessuno può conoscere i disegni di Dio, e quindi nemmeno sapere perchè ci sono persone che nascono così sfortunate. Però noi tutti sappiamo che dobbiamo abbracciare la nostra croce, o le nostre croci, perchè come in questo caso spesso le opere di Dio derivano anche da situazioni non belle, è un po' come quando capiamo il bene solo quando usciamo da una situazione di male, o non bella. A noi non ci è dato sapere il perchè, ed allora possiamo solo amare nel disagio di questo mondo.

giovedì, agosto 20, 2009

L'arte del falciare

Quando sono angosciato, faccio un po' quello che fanno tutti; mi ritiro nel mio rifugio, senza nessun bisogno di viaggiare. Ognuno ha il suo rifugio interiore, anche io ho il mio. E quale motivo avrei io di scrivere, scrivere un blog muto che nessuno legge, se non per trovare una sorta di rifugio. Come disse Muriel Barbery, l'arte di falciare senza più fatica, riprendendo il romanzo russo del 1887 Anna Karenina, di Tolstoj, quando Levin, cupo e malinconico, cerca di dimenticare Kitty, va a falciare con i suoi contadini e, afflitto dal caldo e dalla fatica, non ce la fa più, fin quando dopo ore non arriva una pioggia d'estate e Levin libera i movimenti dal peso della volontà, entra in una leggera trance che conferisce ai suoi gesti la perfezione e la falce sembra muoversi da sola. Il movimento che rende il piacere di fare meravigliosamente estraneo agli sofrzi della volontà. Quando le righe divengono demiurghe di sè stesse, quando assisto alla nascita sulla carta (o sulla tastiera) di frasi che sfuggono alla mia volontà e si imprimono mio malgrado, esse mi fanno conoscere quello che non sapevo nè credevo di volere, ed è bello questo parto indolore, lasciarsi guidare da una penna, da un pensiero, con la felicità delle meraviglie sincere, senza fatica nè certezza,... una penna che mi guida e mi porta.

mercoledì, agosto 19, 2009

Perchè danno fuoco alle macchine?

Questo è uno dei tanti video che si trovano su internet, avrei voluto visualizzarlo, ma mi limito al link perchè mi da un po' di fastidio. Tempo fa vidi una scena di un gruppo di ragazzi che al G8 (probabilmente Genova 2001), passava per una strada, qui incontrano una innocente Fiat Punto 1300 di una sicuramente innocente persona, se non famiglia, la vedono come un bracconiere finalmente vede un animale muoversi per poterlo sparare anche se poi non se lo mangerà neppure, e si fiondano distruggendo e incendiando la macchina sotto le urla della signora che affacciata al balcone sopra gridava i risparmi di anni di lavoro!!... Se qualcuno ha letto la pagina 248 del libro di Muriel Barbery "L'eleganza del riccio", si chiederà: ma cos'è che spinge un ragazzo a bruciare una macchina?... i giornalisti parlanjo di disoccupazione e di miseria. Ma sono tute sciocchezze. La disoccupazione e la miseria ci sono sempre state, e questo non vale solo per i Black Block, ma anche a tutti quelli che se la prendono per vie indirette alla ingiustizia del mondo (vedasi G8, no global, contro il governo, i pacifisti, ...). Quindi in fondo quali sono le vere ragioni?? Secondo Voltaire gli uomini nascono puri, e crescendo si ammalano contagiati dai cattivi, mai potremmo immaginare che un giorno un bambino in futuro incedierà auto, ma stiamo parlando di un bamibo immerso in una cultura (se così si può dire...). Stiamo parlando di un gesto di rabbia e frustazione, forse la più grande rabbia e la più grande frustrazione non sono la miseria, la disoccupazione, o la mancanza di avvenire.: la rabbia e la frustrazione derivano invece dalla sensazione di non appartenere a nessuna cultura. A volte capita anche di essere lacerati tra culture diverse, tra simboli incompatibili. Come puoi esistere se non sai dove sei? se, per esempio, devi accogliere la cultura dei quartieri malfamati di periferia e dell'alta borghesia, dei ricchi, del mondo perfetto della televizioni, dei politici, ...? ed allora bruci le macchine, perch non appartieni a nessuna cultura! non sei più un animale civilizzato: sei un animale allo stato brado. E un animale allo stato brado brucia, uccide e saccheggia. Domanda.... che problema culturale hanno tanti giovani italiani e dei cortei pacifisti?... culture familiari incoerenti? non lo so, non penso. strane contraddizioni.