martedì, aprile 24, 2012

Hello Tomorrow!






Quando ho visto questo spot credo di aver avuto la stessa sensazione serena di molte altre persone come me. Inutile dire che è stato un ottimo successo frutto di un'ottima ricerca commerciale, sfruttando la melodia di una piccola musica scritta credo apposta per questa campagna pubblicitaria credo (Trek, scaricabile da i-tunes,ma anche gratis con youtube downloader o cose simili) di Spencer & Antfood, ragazzi che hanno avuto modo di farsi sentire a grande livello. Questa campagna  ha fatto presa sulla classica retorica dell'arricchimento del viaggio, tra l'altro Fly Emirates è una compagnia che collega tutto il mondo ed è tra le piu' ricche al mondo, sintomatico del fatto che gli Emirati Arabi stanno guadagnando sempre piu' spazi e fin quando non ho avuto modo di lavorare con loro non avevo potuto aprezzare questa realtà che si accompagna a questa ascesa finanziara (o di petroldollari inizialmente, come dir si voglia). Forse alla fine in un solo minuto sono riusciti a condensare con successo un gran bel concetto: il viaggio è vita, l'arricchimento di vedere posti e persone diverse, la romanticità delle avventure, persone giovani e che si sentono ancora giovani, senso di libertà, voglia di scoprire e conoscere... chissà quante persone si sono riviste in quel ragazzo occidentale, o in quel fotografo un po' sui generis, altra figura emblematica quel signor con la barba un po' marinaresco (e quante persone ne ho incontrate come lui in giro, e non nascondo che quasi porovavo ammirazione per loro anche se mi chiedevo se avessero una famiglia...), per non parlare di quella bella ragazza fotografata che forse sta a significare tutte le volte che ci innamoriamo di un qualcosa durante i nostri viaggi, nei posti che andiamo, come quando vediamo qualcosa per la prima volta, che sia un paesaggio, un tramonto, un monumento,.. o dei semplici colori nuovi, e ce ne innamoriamo all'istante. e poi nei viaggi la gente non è mai cattiva, c'è voglia di confrontarsi, di parlare, di fare amicizie, di incontrare... e quindi arricchirsi... questo è il futuro auspicato. Peccato che in questo momento di crisi in Italia non si riesca a fare un qualcosa del genere, una campagna che rilanci anche le nostre aziende, i nostri valori e la nostra voglia di fare, e di fare bene. in tutti i sensi.

venerdì, aprile 13, 2012

Alla ricerca di un bisogno

Oggi sono tornato da Isernia, città incastrata fra le romantiche montagne del Molise, fredde d'inverno nella loro immagine esteriore tanto quanto però calde all'interno nell'animo, mia meta usuale in un periodo difficile (3 anni fa) nemmeno se fosse un locale di tendenza, anzi, a volte ci andavo con sacrificio, altre volte facendo delle vere e proprie scappate dal lavoro, altre volte da solo per trovare pace in quel viaggio serale d'inverno proprio tra quelle montagne serene, armato di un libro e di un paio di preghiere, ed altre volte ancora per portare delle persone cui tenevo far conoscere la persona in questione: Padre Roberto Basilico. Purtroppo, da quando vivo in Sicilia riesco ad andarci davvero poco per quanto sia una persona a me carissima (e pensare che c'erano tempi dove ci andavo almeno 2 volte al mese, se non di più), ed oggi si può dire che è ormai diventato famoso, ma in realtà lo era un po' meno quando per la prima volta mi ci portarono (quasi 10 anni fa e nemmeno per me, io facevo solo compagnia). Non avevo deciso, fin'ora, di parlare tanto di lui, fin quando ho scoperto che in questi anni la gente non solo lo ricerca tantissimo su Internet, avida di informazioni su di lui, ma spesso mi ha scritto per chiedere su di lui con commenti ai post o con messaggi privati. Io avrei davvero tante cose da dire su di lui, ho anche delle catechesi registrate in questi anni, ma credo di essere la persona meno indicata a farlo. L'unica cosa che posso raccontare forse è la mia esperienza iniziale, tantissimi anni fa, la stessa che mi ha portato a ricordare di lui nel momento che piu' avevo bisogno. In quello stesso periodo tramite un'amica mia conobbi anche Padre Michele Bianco, un viaggio su delle montagne diverse, quelle avellinesi di Torre Le Nocelle. Era un piacere per me scoprire personaggi cosi', leggere i loro libri ed aiutare altre persone parlando non solo di loro, ma chiedendoli di accompagnarmi nei miei viaggi spesso solitari. A volte non avevo qualcosa di particolare da chiedere, mi bastava ricevere una benedizione dopo il mio viaggio durante il quale leggevo, pregavo e trovavo i miei tempi. A volte i miei viaggi li facevo in una chiesa giu' in citta', a Pompei come spesso accadeva quando ero a Napoli, in un posto mio, ecc..cio' che era importante era non allontanarsi poi cosi' tanto da casa ed essere consapevoli che tutto dipende sempre da noi stessi e che, se siamo alla ricerca di un riferimento, non deve essere un profeta o qualcosa di simile (generalmente falsi), ma una sorta di porta tra noi e Gesù, l'Unico. Ben venga allora un viaggio o un sacerdote tramite il quale Dio opera. Forse non avevo mai parlato di lui perche' odio che qualcuno pensi che voglia fare una pubblicita' o, peggio ancora, esportare il mio pensiero agli altri come spesso fanno (sbagliando) molti religiosi laici che puntano molto alle apparenze e sono fastidiosamente insistenti. Forse la ricerca di queste figure è stata la mia risposta ad un bisogno autentico e, spesso, si danno risposte sbagliate a questi bisogni autentici (vedasi viaggi in India ecc..), per questo io credo che la cosa più importante sia quella di credere in cio' che si ritiene davvero giusto, credere con coerenza a cio' che non fa convenienza personale ed è per questo che cerco di restare critico anche nelle cose in cui io stesso credo e di non giudicare nessuno, soprattutto quelli che non credono o che pensano che gente come me crede ancora alle favole e ad impostori. La verita' è che la gente ha paura, ma da dove nasce questa paura? Questa paura che se non è vinta dall'amore, è vinta da situazioni di estrema necessità dove tocchiamo il fondo e sentiamo che non abbiamo più nulla perdere. La prima volta che andai da Padre Roberto ero in un gruppo con la nonna del mio migliore amico, oggi purtroppo scomparsa, e di una fede autentica non certo da bigotta. In quella chiesetta di Isernia vicino all'ospedale (ma oggi padre roberto non opera più lì) c'era anche un certo Nicola che non vedo più davvero da anni, fu lui che ci mise in cerchio e fece mettere anche me che cercavo di nascondermi in mezzo a tutte quelle persone che avevano problemi. Fece il suo giro ed alla fine tocco' anche me, usava stringere polsi ed altre zone del corpo, a volte si sentiva anche una lieve sensazione di dolore, e a mano a mano che ti toccava diceva delle cose di te, sul tuo carattere, sul tuo passato, ecc... tanto per fare un esempio disse al mio amico che era una 'cacasotto' (senza cattiveria pero', quasi scherzando), a me disse che la mia famiglia aveva una impresa (lato di mia amdre) che pero' attiravano molte cattiverie, che nonostane i problemi ero stato una persona che aveva sempre studiato ed era sempre andato avanti, e poi alla fine mi liquido' dicendomi scherzando che per l'amore avrei dovuto aspettare davvero tanto... e mi disse di portare i miei genitori. Non ricordo con precisione tutto, sono passati tanti anni, ma forse non dormii per 2 giorni, e Padre Roberto quella volta lo vidi molto di sfuggita, ma lo rividi meglio quando ritornai con i miei genitori, dove ci accolse lui facendoci saltare la fila. Io, sempre timoroso, entrai con la solita aria di quello che si sente un intruso in mezzo a persone che hanno problemi (quasi come se fossi un banale curioso), ad ogni modo mi fece delle domande e l'unica cosa che ricordo che quando mi toccò in un punto del petto questo mi faceva male, lo stesso punto tutt'oggi mi fa più o meno male quando me lo tocca sempre lui, e quella volta tocco' vicino al petto anche mia madre alla quale disse che aveva uno "spillo al cuore"... in uno dei primi incontri forse disse anche qualcosa in piu' sulla famiglia di mia madre, cose come il fatto che erano oggetto di bestemmie e maledizioni del tipo che dovevano spendere i loro soldi in salute,... ad ogni modo in quei primi incontri ricordo solo che dovevamo pregare, che dovevo prendere l'eucaristia ed andare a messa (ma non a scaldare la sedia). Preghieria e eucaristia è stata una costante dei successivi incontri, ma in realta' io non vidi piu' padre roberto per molti anni... mi sarei laureato, traserito prima a Latina, per poi a Lecce, finito il mio iter con l'assegnazione a Catania per poi tornare a Napoli a studiare (un anno). Fu esattamente quello il mio ritorno. In una catechesi Padre Roberto disse che quando si tocca il fondo, quello è il momento più significativo della nostra vita, perchè lì che si incontra Gesu', è la nostra occasione. Venivo da un periodo di disillusione, di delusioni, avevo subito un allontanamento dalla mia casa, vedevo insoddisfazioni nella mia famiglia, avevo fatto tanti errori, avevo insoddisfazioni professionali e non, avevo subito un periodo di stress ed il tutto era stato contornato da una forte delusione sentimentale che mi avevo spezzato in un momento di fragilità, avevo sacrificato sogni e vita professionale... eppure la salute, quella, c'era sempre... bisognava solo reagire. Non ricordo bene come ripensai a Padre Roberto, anzi, scrivendo mi rendo conto che tanti dettagli davvero non li ricordo, ma ricordo che mi ero fatto accompagnare dal mio amico di allora (della prima volta), poi forse un altro aggregato (tra l'altro questo amico aggregato stava sentimentalmente peggio di me). Ricordo una data, l'8 dicembre, che segno' una svolta, ma prima ancora, a fine novembre cominciai a scrivere nel windows live space le mie notti insonne a seguito di una decisione reputata giusta ma senza forza applicativa (ignorare il mio amore e ricominciare il mio impegno al lavoro), e forse qualcosa mi era venuto alla luce in quei momenti. Ricordo che quella volta padre roberto guardando la fotografia di quella ragazza disse "questa, non mi piace proprio, lasciala perdere!", "toglitela dalla testa", "non fa per te", tutte cose di questo genere... poi guardando la foto della ex dell'amico mio disse"questo caso è gia' diverso..", ma anche in questo caso ricordo ben poco. Posso dire che lui ha la capacità di leggere nei cuori, a volte basta una fotografia o un'immagine, grazie al dono del discernimento distingue se un qualcosa è positivo o negativo, anche un libro per dire... anche se spesso non si vuole pronunciare, altre volte ad alcuni amici miei aveva detto il giorno preciso in cui avevano bestemmiato. Cominciarono così i miei viaggi periodici in quella chiesetta che non vedevo piu' con la paura di prima, ma comincio un periodo fatto di tante cose. Le benedizioni di Padre Roberto non solo mi facevano stare meglio ma per me si apri' un periodo dove Padre Roberto aveva si un posto di stima e ammirazione dentro di me, ma non era la mia guida diretta. In quel periodo mi unii ad un gruppo di preghiera carismatica di Casoria ed andai a Medjugorie sempre con quel famoso amico mio, poi feci amicizia con un giovane cappellano militare, andai a Lourdes portando anche mio padre, ed in altri posti ancora. Fu allora che continuai a scrivere questo blog sulla base di molte letture teologiche che mi dava questo cappellano, ma soprattutto sui libricini che compravo da Padre Roberto (che riesce a fare davvero una catechesi su ogni Parola di Dio). In realtà potrei raccontarvi una marea di esperienze viste con i miei occhi di padre roberto, anche storie vicine di amici miei, in tanto tempo ne ho di cose da raccontare, ma non riuscirei in un'unica soluzione qui. In quello stesso periodo conobbi una studentessa di medicina che mi parlo' invece di Don Michele Bianco. Con Don Michele Bianco cerchero' di essere piu' breve, è un'esorcista come Padre Roberto e fui spinto ad andare da lui in quanto la famosa nonna dell'amico mio (quello che mi ha accompagnato in tutte queste avventure), fautrice del mio primo incontro con Padre Roberto, non stava bene ed aspettava gli esami oncologici. Dopo un'attesa lunghissima di ore riucii a parlare con lui, egli vide da subito la foto e senza che io dicessi nulla, nemmeno che lei stesse male, mi domandò chi era e mi disse che non solo vedeva il tumore, ma era già in metastasi e che doeva iniziare le chemio che era gia' in ritardo. La sera stessa telefonai il mio amico, dopo qualche giorno gli esami confermarono quello che già disse Don Michele.

lunedì, aprile 09, 2012

Da un appunto ritrovato da un vecchio libro....

Nel più profondo di ogni uomo si trova il "n0us". Esso non si limita alla "intelligenza" o alle "ragione", ma si identifica con il cuore profondo, con lo spirito (dal latino "mens"). Il "nous" il luogo di Dio in noi.

La molteplicità dei desideri, per gli autori antichi, o delle volontà proprie, attorno al cuore si cristallizzano in una specie di involucro opaco che oscura il desiderio di Dio e Gli impedisce di investire l'essere e di irradiarlo a partire dal suo centro. Le volontà proprie sono un impedimento all'ascolto del cuore, impediscono di raggiungere il riposo interiore, la' dove dimora Dio ed il desiderio più profondo ed autentico.

ma la volontà di Dio è qualcosa di doloroso? ... Il cuore diviso in innumerevoli desideri superficiali. La volontà dell'uomo un muro di bronzo fra lui e Dio. La rinuncia delle proprie volontà un modo per scavalcare il muro. Quando uno ha completamente rinunciato alle volontà proprie, il desiderio che gli resta allora nel cuore coincide con la volonta' di Dio.

Si nuore al proprio io superficiale, per far nascere l'Io vero.


non era bastato scrivermelo in quel pezzettino di carta (probabilmente tratto dal libro " Riconoscete Cristo in voi?"))se poi non lo vado continuamente a rileggerlo e ad applicarlo... chissa' se oggi era un segno del destino...

domenica, aprile 08, 2012

The submarines of October

trafugando tra gli archivi dei miei lavori universitari. ho trovato questo lavoro che ho deciso di pubblicare... almeno non muore negli scaffali....



Dai documenti recensiti dal NSA, si viene a conoscenza che il 31 Ottobre 1962 la marina americana fece riemergere un sommergibile sovietico dopo un inseguimento ostinato da parte di un cacciatorpediniere americano, il Charles P. Cecil, comandato dal comandante Charles Rozier. Il sommergibile sovietico B-36, comandato dal Comandante Aleksei Dubivko, esaurì le sue batterie e fu costretto a venire in superficie.


Il presente lavoro è prevalentemente il frutto della traduzione di un articolo pubblicato dal sito del National Security Archive, http://www.gwu.edu/~nsarchiv/, nel quale c’è un ampio spazio dedicato alla Conferenza tenutasi il 13 ottobre 2003 a Cuba in occasione dei 40 anni dalla crisi. Tra gli elementi emersi dalla Conferenza spiccano gli aspetti tecnico-militari delle operazioni che hanno caratterizzato la crisi, in particolare in un file intitolato “U.S. and Soviet Naval Encounters During the Cuban Missile Crisis”, nel quale viene minuziosamente ricostruito con un po’ di eufemismo il famoso “Gioco del Gatto e il Topo” tra la marina americana e quella sovietica. L’articolo in questione (National Security Archive Electronic Briefing Book No. 75, William Burr and Thomas S. Blanton, editors October 31, 2002) è pubblicato alla pagina http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB75/, reperibile alla voce “The Submarines of October”.
Gli avvenimenti sono riportati con molta precisione in un libro del 2002 di Aleksandr Mozgovoy intitolato “Cuban Samba of the "Foxtrot" Quartet: Soviet Submarines during the Year 1962 Caribbean Crisis” (ISBN 5-7734-0041-3), nel quale l’autore presenta gli episodi in maniera fedele e molto meno drammatica o esagerata come hanno fatto molti giornalisti, spesso mal rifacendosi proprio a tale libro o agli articoli del National Security Archive dove è menzionato appunto il libro di Mozgovoy.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico dei sommergibili sovietici classe Foxtrot i dati sono stati prelevati da un articolo del Dott. Giuseppe Mastronuzzi intitolato Neri squali d’acciaio: I sottomarini Project 641 classe “ Foxtrot ”, al sito http://www.associazionenavemuseovittoriovenetocimeliostorico.it/patrimonio/conoscere/articolo_9.htm


Il lavoro intero di 33 pagine scaricabile qui... hhttp://it-it.abctribe.com/usweb/tesi/dettaglio.asp?Progressivo=31360

giovedì, aprile 05, 2012

La terra del Rimorso

Questo è stato il mio intervento durante una presentazione del mio ultimo lavoro sulla Terra del Rimorso durante il Corso di Antropologia presso l'Università di Catania:




Buongiorno a tutti, il nostro gruppo presenterà il libro di Ernesto de Martino, La terra del rimorso.
Abbiamo scelto questo lavoro per svariati motivi, al di là dell’interesse per questo argomento che interessa la nostra storia interna nazionale nonché per l’autorevolezza del suo autore stesso e non vogliamo avere pretese di completezza su un personaggio cosi’ importante. In primis, per quello che riguarda me, ho avuto modo di apprezzare la parte folcloristica che oggi è rimasta di questo fenomeno avendo vissuto piu’ di un anno a Lecce, e quindi cerchero’ di dare un’introduzione a questa breve esposizione, saro’ poi seguito da Paola che da donna ne curera’ l’aspetto di un fenomeno maggiormente femminile e poi vedremo perche’ e come per poi concludere con la parte “musicale”, avendo il nostro musicista Benedetto. Si puo’ dire che abbiamo un po’ emulato l’aspetto dell’equipe multidisciplinare di De Martino. Abbiamo voluto intitolare questa presentazione Viaggio esplorativo nel tarantismo per rievocare anche lo spirito di quella che fu la vera e propria spedizione etnografica ( Ernesto De Martino si definisce, in una sua nota dichiarazione, un “etnografo vagante nel Mezzogiorno d’Italia”).
Quindi:
Che cos’è il tarantismo? Cercheremo di dare una definizione, nonché una spiegazione, alla luce di questo libro di Ernesto di Martino. E’ senz’altro un fenomeno, diffuso in Puglia a partire dal Medioevo secondo cui il morso della tarantola provocava uno stato di malessere generale (dolori addominali, stato di catalessi, sudorazioni, palpitazioni) per guarire dal quale occorreva sottoporsi a una sorta di esorcismo (popolare, religioso, ecc a seconda dei punti di vista che saranno oggetto di studio di De Martino). Tale esorcismo (dal punto di vista religioso) aveva luogo a Galatina, nella Chiesa di San Paolo, il giorno della festa del santo (29 giugno).
I "tarantolati" si sottoponevano a un rito
• musicale
• coreutico
• cromatico
e, ballando (sotto la famosa musica popolare Pizzica Salentina), domandavano la grazia a San Paolo. Per liberarsi dalle insidie del veleno, occorreva mimare la danza della taranta, identificarsi con essa e costringerla a ballare fino a farla "crepare". De Martino analizza mirabilmente il fenomeno delle tarantolate dal punto di vista storico, culturale e religioso.

All’inizio del suo studio De Martino fa dei Confronti...






continua...
http://us-it.abctribe.com/usweb/appunti/dettaglio.asp?Progressivo=31347
qui si trova riassunto, recensione e critica completa.