martedì, maggio 10, 2011

Vi racconto una storia…

C’era una pianta rigogliosa, che si espandeva verso il cielo con i suoi rami e le sue foglie verdi come smeraldo: tutti venivano a guardarla, ad ammirarla. Faceva un’ombra magnifica e i visitatori del parco si rifugiavano nelle giornate afose sotto le sue fronde. Tutti le erano riconoscenti per questo e la pianta si era abituata alle parole di gratitudine della gente. Aveva trovato il suo posto nel parco e quindi nel mondo:donava freschezza, pace, serenità a coloro che si affidavano alla sua ombra ristoratrice. Si sentiva apprezzata, appagata, contenta, e anche buona e generosa.

La gratificazione del mondo esterno, i complimenti delle persone bastavano alla pianta, quella era davvero la vita che voleva: non poteva desiderare niente di più.

Si può immaginare lo sgomento della pianta, quando cominciò a percepire la presenza di piccole escrescenze sui suoi rami: venivano dal profondo del suo essere, ma non c’entravano niente con lei, con il suo mondo, con i suoi rami, con le sue foglie larghe e bellissime. Era malata?

Se avesse potuto sarebba andata da un medico, un chirurgo magari, in grado di eliminare quelle tumefazioni che stavano diffondendosi a macchia d’olio sui suoi rami, tra le foglie.

Alla pianta accadevano altre cose strane, mai successe prima. Da tutte le parti arrivano su quelle escrescenze sciami di insetti, pollini e un profumo mai sentito penetra il suo spazio vitale. “ Che cos’è quest’odore?” si domandava. “Da dove viene? Quale essere è entrato dentro di me, chi sta invadendo il mio mondo?” Un disagio che la sconvolgeva sino alle radici. Si chiedeva se valesse la pena di vivere in quello stato. Non si sentiva più padrona di se stessa, della sua vita, e non le importava più nulla delle persone che andavano a riposarsi e a rifocillarsi alla sua ombra. Quei bubboni proprio non li sopportava, li riteneva estranei alla sua vita, alla sua essenza. Che cosa stava accadendo?

Fioriva e non lo sapeva. Lottava contro tutte le sue forze contro la forza creativa che le abitava e che le stava facendo germogliare. Combatteva come un medico il centro di se stessa, l’aroma, la fragranza, la bellezza della sua anima, del suo modo unico di essere nel mondo. Combatteva con tutte le sue forze l’unica cosa che conta nella vita: fiorire.

tratto da un libro di Raffaele Morelli "L'unica cosa che conta"

1 commento:

  1. Cos'è importante nella vita? quello che si sa senza averlo imparato. Si chiama "sapere innato": ognuno ha il suo. Ciascuno ha cose che appartengono solo a lui, capacità uniche e specifici interessi: questi sono i suoi fiori, nessun altro ne ha di eguali... La fiaba della pianta rivela che spesso sogniamo, desideraimo e ci accontentiamo di ciò che non è nostro. I fiori sono solo nostri, sono il perno della nostra vita: eppure quando si affacciano la pianta li considera come escrescenze estranee, come una malattia. Fiorire le sembra come morire, è troppo attaccata alla sua storia esteriore, ai complimenti, alle gratificazioni delle persone che riposano sotto la sua ombra. Eventi ininfluenti prendono il sopravvento sulla fioritura, che viene vissuta come estranea, nemica, una situazione negativa alla quale porre rimedio. In realtà, nella vita fiorire è l'unica cosa che conta: tutto sta nle conoscere le regole della fioritura. Se ti capita di sentire un senso di vuoto, se ti manca qualcosa, sei sulla strada giusta... Quasi sempre il nostro sapere innato ci chiama facendoci provare un senso di inadeguatezza. ma proprio quando ci sentiamo "fuori posto", sta iniziando il viaggio dell'anima.
    (Dott. Morelli)

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