lunedì, gennaio 24, 2011

Pensieri di Blaise Pascal

Davanti ad un thè caldo, sul ponte di una nave che mi riporta a casa, ho ripreso a leggere, a leggere Blaise Pascal, e questo lo devo alla collana “I classici del Pensiero libero” del Corriere della Sera (non per fare pubblicità, ma non c’è motivo di non dirlo). Si tratta in realtà della famosa opera incompiuta che doveva essere l’ “Apologia del Cristianesimo”, rimasta sottoforma di aforismi e pensieri scritti in fogliettini nel cassetto dopo la sua morte prematura, come già scrissi in un mio vecchio windows live spaces (so’ che dico sempre le stesse cose purtroppo…). Non è certo un pensiero mio quello che sto per scrivere, ma io ho il vizio in questo blog di riportare fedelmente tutte le cose che mi colpiscono, a volte senza fare recensioni, perché mi piace dare riflessioni e non risposte (non sono un Maestro), e perciò a volte delle sorte di Antologie, ma solo perché mi colpiscono ed io credo che personalmente siano vere.

"Tutti i grandi divertimenti sono pericolosi per la vita cristiana; ma fra tutti quelli che il mondo ha inventato, non ve ne è nessuno che sia da temere più della commedia. E’ una rappresentazione delle passioni così naturale e così delicata, che essa le sommuove e le fa nascere nel nostro cuore; e soprattutto quelle dell’amore, in particolar modo quando vengono presentate come molto caste e molto oneste. Perché più l’amore sembrerà innocente alle anime innocenti, più è facile che ne siano tocche; la sua violenza lusinga il nostro amor proprio, il quale nutre il desiderio di causare gli stessi effetti, che si vedono così ben rappresentati; e nello stesso tempo le nobiltà dei sentimenti che vi si scorgono dissipa qualsiasi timore nelle anime pure, che s’immaginano di non offendere la purezza, amando d’un amore che sembra loro tanto saggio. Così ritorna dal teatro con il cuore tanto colmo di tutte le bellezze e di tutte le dolcezze dell’amore, e l’anima e lo spirito tanto persuasi della sua innocenza, che si è già preparati a ricevere le prime impressioni, o piuttosto a cercare l’occasione di farle nascere nel cuore d’altri, per ricevere gli stessi piaceri e gli stessi sacrifici che si sono visti così ben dipinti sulla scena."

Come interpretereste questo pensiero di Blaise Pascal?

6 commenti:

  1. "Imitazione di Cristo" Libro III Cap. XLIII
    1. Figlio, non ti smuovano gli eleganti ragionamenti umani; ché «il regno di Dio non consiste nei discorsi, ma nelle virtù» (1 Cor 4,20). Guarda alle mie parole; esse infiammano i cuori e illuminano le menti; conducono al pentimento e infondono molteplice consolazione.

    Che tu non legga mai neppure una parola al fine di poter apparire più dotto e più sapiente. Attendi, invece, alla mortificazione dei vizi; cosa che ti gioverà assai più che essere a conoscenza di molti difficili problemi. Per quanto tu abbia molto studiato ed appreso, dovrai sempre tornare al principio primo. Sono io «che insegno all'uomo la sapienza» (Sal 93,10); sono io che concedo ai piccoli una conoscenza più chiara di quella che possa essere impartita dall'uomo. Colui per il quale sono io a parlare, avrà d'un tratto la sapienza e progredirà assai nello spirito. Guai a coloro che vanno ricercando presso gli uomini molte strane nozioni, e poco si preoccupano di quale sia la strada del servizio a me dovuto.

    Verrà il tempo in cui apparirà il maestro dei maestri, Cristo signore degli angeli, ad ascoltare quel che ciascuno ha da dire, cioè ad esaminare la coscienza di ognuno. Allora Gerusalemme sarà giudicata in gran luce (Sof 1,12). Allora ciò che si nascondeva nelle tenebre apparirà in piena chiarezza; allora verrà meno ogni ragionamento fatto di sole parole.

    2. Sono io che innalzo in un attimo la mente umile, così da farle comprendere i molti fondamenti della verità eterna; più che se uno avesse studiato a scuola per dieci anni. Sono io che insegno, senza parole sonanti, senza complicazioni di opinioni diverse, senza solennità di cattedra, senza contrapposizione di argomenti. Sono io che insegno a disprezzare le cose terrene, a rifuggire da ciò che è contingente e a cercare l'eterno; inoltre, a rifuggire dagli onori, a sopportare le offese, a riporre ogni speranza in me, a non desiderare nulla all'infuori di me e ad amarmi con ardore, al di sopra di ogni cosa.

    In verità ci fu chi, solo con il profondo amore verso di me, apprese le cose di Dio; e le sue parole erano meravigliose. Abbandonando ogni cosa, egli aveva imparato assai più che applicandosi a sottili disquisizioni.

    Ad alcuni rivolgo parole comuni; ad altri, parole spirituali. Ad alcuni appaio con la mite luce di figurazioni simboliche, ad altri rivelo i misteri con grande fulgore.

    La voce dei libri è una sola, e non plasma tutti in egual modo. Io, invece, che sono maestro interiore di verità, io che scruto i cuori e comprendo i pensieri e muovo le azioni degli uomini, vado distribuendo a ciascuno secondo che ritengo essere giusto.

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  2. Hai interpretato il pensiero di Pascal con queste parole tratte da 'L'imitazione di Cristo"? non aggiungi nemmeno una tua parola?

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  3. le mie parole sono insignificanti

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  4. Alcuni episodi mi hanno fatto intendere che è così...

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  5. ho riletto attentamente su questo passo de l'Imitazione di Cristo che hai trascritto, il suo significato è eloquente e cercavo di capire il nesso tra il pensiero di Pascal e la tua citazione. Premesso che l'Imitazione di Cristo è davvero la "meraviglia" dei libri Cristiani, ed è un testo che fa molta compagnia sul comodino del letto durante le cosiddette "notti tristi", e non, credo che ciò che hai scritto rappresenta la parte più importante del libro e credo che tu abbia voluto enfatizzare che l'unico grande valore nella vita sia Gesù Cristo, nonostante le nostre distrazioni, ma soprattuto, nel caso da me citato, quando queste distrazioni si presentano come innocenti. Io posso dire perchè questo pensiero di Pascal mi ha subito preso. Certamente come in tutte le cose, bisogna essere predisposti a capire le cose, e la mia sensibilità su certe cose è aumentanta quando ho vissuto certe esperienze, e quindi ti posso dire come ho interpretato io queste parole. Farò fatica ad essere breve e chiaro, ma ci proverò. Cominciamo dal dire che le situazioni che più ci fanno male, quasi sempre sono causati sempre da noi stessi. Perchè? ... perchè magari in quel periodo non ammettiamo davvero esigenze insane. Faccio un esempio; ad un certo punto nella nostra vita, quasi tutti avvertiamo l'esigenza dell'amore, la voglia di amare, il mito dell'anima gemella (che spesso si traduce nel falso mito del futuro, per chi avesse visto il film di Woody Allen "incontrerai l'uomo della tua vita"), e noi tendiamo a giustificare con l'AMORE, tantissime cose che poi non sono nè così pure, e nè così giuste. Anzi, a volte abbiamo davvero un gran disordine mentale. Pascal parlava della Commedia, ma l'uomo ha creato ben altro, tramite il teatro, i libri, i film, ... tutti quei miti, falsi dei di felicità,... Cercherò di spiegarmi meglio, da quando siamo nati è come se venissimo indottrinati dal mondo, prima dalle favole per poi finire a tutte la false promesse che questo mondo creato dagli uomini ti fa, e la gente così diventa fustrata, depressa e esaurita proprio per la non realizzazione di questi paradisi che non solo non esistono, ma sono solo convinzioni di felicità. Nella nostra testa cominciano ad esserci tante false convinzioni!! Tanto per fare un esempio, ci sono così tanti film che finiscono con la favola dell'amore, incontrare l'amore della propria vita con il quale una persona è finalmente contenta per poi vivere felicemente insieme, e poi magari fare fortune di denari, oppure ancora tutti quei lieti fine coronati dal successo mondano del protagonista, e poi ancora... Ci sono tante cose che infondono nel cuore dei bisogni di cui non hai bisogno. Chi non hai mai sognato di vivere una favola d'amore come quella di un film?... la cosa più stupida è che quando noi siamo travolta da questa voglia di amare, ci facciamo anche maltrattare per amore, oppure ci facciamo maltrattare moralmente per obiettivi stupidi (come la carriera). Uno poi crede di aver sofferto per una causa nobile, che è l'amore... ma non è quello l'amore!! spesso è solo voglia di vivere un sogno (che ti è stato indotto da questo mondo) e che è un sogno malatissimo a volte, spesso non amiamo una persona, ma solo un pensiero (siamo accecati dalla nostra immaturità per amare sul serio). Non è facile scrivere e far capire la mia interpretazione, ma credo che dal tuo commento si capisce cosa te voglia dire. Innanzitutti la vera verità, che risiede in Gesù, colui che veramente può scrutare i cuori, e dai nostri cuori nascono anche le nostre azioni cattive. Questo fa capire che viviamo in un mondo che è una bugia, una bugia creata stranamente dall'uomo.

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